La bocciatura della Crusca al Ministro della Salute Roberto Speranza sull’utilizzo dell’inglese, tradotto con “calchi approssimativi”.
Davanti all’ultimo documento firmato dal ministero della Salute e dell’Istruzione, redatto in un incomprensibile italiano con improbabili venature inglesi e latine, anche l’antica e autorevole Accademia della Crusca non ce l’ha più fatta e ha finito per perdere la pazienza. La più prestigiosa istituzione linguistica d’Italia e del mondo si è infatti scagliata contro il testo messo nero su bianco dal ministero guidato da Speranza, definendolo ricolmo di “calchi approssimativi dall’inglese”, che, non bastasse, si sono anche “uniti al latinismo burocratico”.
Il risultato sarebbe un testo “assolutamente refrattario alla buona comunicazione”. Giudizio, insomma, per niente morbido, che rimanda al prossimo anno tanto il ministro della Salute Speranza quanto il titolare dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Già dal titolo stesso, un calderone poliglotta di indicazioni per dirigenti scolastici e insegnanti: “Indicazioni strategiche ad interim per la preparedness e readiness ai fini della mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico”.
Insomma, un vero e proprio “mostro linguistico”, come lo ha etichettato il quotidiano Libero, che in particolare la sezione del Gruppo Incipit della Crusca, che ha come compito quello di valutare neologismi e forestierismi, lo ha letteralmente abbattuto, definendolo uno strano miscuglio di “termini tecnici sconosciuti alla quasi totalità degli italiani e di non facile interpretazione anche ricorrendo a dizionari inglesi“. Lo stesso per il latinorum burocratico e per il contorno di inutili tecnicismi da fare impallidire il mitico Ragioner Filini, inseparabile compagno di lavoro di Fantozzi.
Dentro il documento si leggono termini come setting, che si potrebbero tranquillamente sostituire con ambiente, o persino termini italiani usate nel corrispettivo inglese, come razionale usato nel significato inglese di rationale. “A un certo punto, è tale il carattere arzigogolato e confuso del documento che la Crusca si rifiuta di analizzarlo ulteriormente“, spiega Libero, riportando il giudizio impetioso dell’Accademia: quello di un testo “pessimo nella veste linguistica oscura e farraginosa”. L’invito “ai ministeri coinvolti” è ancora più tagliente: quello cioè, “semplicemente, a usare la lingua italiana”.