Sono numerose le imprese occidentali che dall’inizio della guerra in Ucraina hanno deciso di lasciare la Russia. Oggi quei grandi marchi sono stati sostituiti da altri in versione russa, subendo un relativo processo di “re-branding”.
Sin dai primi giorni del conflitto in Ucraina, molti marchi di aziende occidentali che lavoravano in Russia sono andate via dal Paese, uscendo quindi dal mercato russo in segno di protesta contro l’azione avviata dal Cremlino, ma ben presto questi stessi marchi sono stati rimpiazzati da altri in versione russa.
Il più noto, McDonald’s, simbolo dell’american way of life, ha deciso di chiudere in via temporanea gli 850 punti vendita sparsi nel Paese, dopo oltre 30 anni di esercizio, per poi venderli a una società che ha sede in Russia e che ha dato un nuovo nome al marchio, mantenendo tuttavia l’iconico logo. Al posto della celebre emme gialla a due archi, il nuovo logo è caratterizzato da uno sfondo verde con due patatine stilizzate arancioni e un cerchio rosso, ovvero da un hamburger. Il nuovo nome: “Vkusno i totchk”, “Buono e basta”.
Il nuovo direttore generale di McDonald’s, o meglio di “Buono e basta”, ha infatti spiegato in conferenza stampa che il nuovo proprietario Alexander Govor ha assicurato agli oltre 50 mila dipendenti in tutto il Paese che non perderanno il loro posto di lavoro.
La stessa fine avvenuta per altri grandi colossi come Starbucks, colosso americano del caffè, e per i suoi 130 punti vendita nel Paese, che ora sono sovrastati dal cartello con la dicitura “Stars Coffee”. I due nuovi proprietari sono Timur Yunusov, vero nome del rapper russo Timati, grande sostenitore del presidente russo Putin, e il ristoratore Anton Pinski. Il logo, al posto della tradizionale donna con il copricapo americano con una stella, presenta una donna con un “kokochnik”, un tradizionale copricapo russo, su sfondo marrone invece di verde.
Aziende che, peraltro, hanno mantenuto invariato il fatturato delle proprie attività. A queste due grandi aziende si accompagnano anche numerose altre realtà, da Renault che si trasforma in “Moskvich” all’hotel di lusso Ritz-Carlton che diventa “Carlton Moscow”, fino alle quattro più grandi società di consulenza a livello mondiale, Pwc, Deloitte, Kpmg ed Ey, che stanno per trasformarsi in analoghe attività dai nomi russi. Deloitte ad esempio si prepara a diventare “Business Solutions and Technologies”, Ey invece sarà “Audit Technologies and Solutions Centre – Audit Services”.