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Cronaca

Il Papa celebra il Concistoro: le sue parole ai venti nuovi Cardinali

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Francesco Gnagni

Papa Francesco ha celebrato oggi pomeriggio nella Basilica di San Pietro il Concistoro ordinario pubblico in cui ha creato 20 nuovi cardinali, di cui 16 elettori.

(Ansa)

Come annunciato nei mesi scorsi, si tratta della prima volta in cui rappresentati 4 Paesi mai prima inclusi all’interno della lista dei porporati, che sono Mongolia, Paraguay, Singapore e Timor Est. Segno di una sempre maggiore apertura della Chiesa, per mezzo del Pontificato di Francesco, il Papa “venuto dalla fine del mondo”, alla società globale e globalizzata, e ai popoli del mondo intero.

Le parole di Papa Francesco ai nuovi cardinali

Durante l’omelia il Papa ha parlato, non a caso, dello spirito che deve animare la missione dei porporati, che è quella di una sempre più netta “apertura a tutti i popoli e all’orizzonte del mondo”, ma che al contempo deve dare sempre maggiore attenzione ai piccoli “che sono grandi davanti a Dio”.

(Ansa)

Una fiamma, insomma, quella che deve animare il cardinalato, che nasce dal coraggio apostolico dei nuovi porporati e allo stesso tempo dal necessario zelo per la salvezza e la testimonianza. Fino al sangue, come indica il colore dello zucchetto che da oggi in poi porteranno sulla nuca. La raccomandazione del Papa è di avere “magnanimità umile, potenza mite, universalità attenta ai dettagli”, ma anche cura “delle cose grandi come delle piccole”.

L’immagine della fiamma su cui si è soffermato a lungo Bergoglio

Dopo la breve lettura del Vangelo e le parole di saluto e di ringraziamento che il neo cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, il Papa ha pronunciato la sua omelia. Tra i nuovi porporati si registra un assente, il cardinale Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa, in Ghana, che appena arrivato a Roma ha avuto un malore.

(Ansa)

Il Vangelo presenta proprio le due immagini su cui si è soffermato in particolare il Papa, che sono il fuoco e il battesimo. Il primo, “fiamma potente dello Spirito di Dio”, “Amore appassionato che tutto purifica, rigenera e trasfigura”. Ma anche un “fuoco di brace”, come descritto dall’evangelista Giovanni in un altro brano, che “è mite, nascosto, ma dura a lungo”. Il Papa, guardando ai nuovi cardinali, ha sottolineato che quelle parole indicano la chiamata del Signore ad una missione di fuoco, di “instancabile servizio al Vangelo”.

“È anche il fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata Vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni”, ha ricordato Francesco. Un fuoco che Dio dona “in modo particolare nella preghiera di adorazione”, ha continuato Bergoglio, ricordando l’esperienza di San Charles de Foucauld, rimasto “a lungo in un ambiente non cristiano, nella solitudine del deserto”, ma che nonostante ciò ha puntato tutto su Gesù e sulla “sua stessa presenza fraterna”.

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La celebrazione è poi proseguita con la pronuncia, da parte del Papa, della formula di creazione dei nuovi cardinali e l’elenco dei loro nomi, prima della consegna a ciascuno della berretta, degli zucchetti, degli anelli cardinalizi e della bolla con l’assegnazione del Titolo. Poi l’abbraccio tra Francesco e ogni cardinale, in un momento di grande commozione, in cui il Papa scambia qualche parola di ringraziamento e di saluto, in un breve e affettuoso colloquio personale.

La seconda parte dedicata alla canonizzazione di due nuovi beati

La seconda parte del Concistoro invece è stata dedicata alla canonizzazione di due nuovi beati, annunciata in questa occasione dal Papa e che avverrà il 9 ottobre. Si tratta di Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, noto come “L’apostolo dei migranti” per la sua missione specifica di servire i migranti. E di Artemide Zatti, laico salesiano che si adoperò per gli ammalati di Viedma, in Argentina, trasferitosi nel Paese sudamericano con la sua famiglia.

(Ansa)

Poco prima era stato il prefetto del dicastero delle Cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro, a presentare i profili dei due, entrambi descritti come apostoli della carità in quanto profondamente dediti ai malati, agli ultimi, ai migranti. Vale a dire che rivedevano Cristo nei tanti volti sofferenti incontrati sulla terra. Un atteggiamento che faceva di loro due “esempi di vita cristiana e di santità”, che per il Papa è necessario “proporre alla Chiesa intera, in considerazione soprattutto della situazione del nostro tempo”.

Al termine della cerimonia Papa Francesco e i nuovi cardinali si sono recati in visita da Benedetto XVI, nel monastero Mater Ecclesiae situato all’interno della Città del Vaticano, dove vive. Domani Francesco si dirigerà invece a L’Aquila per celebrare nella Basilica di Collemaggio il rito di apertura della Porta Santa, segno dell’inizio del “perdono” di Celestino V, meglio nota come la Perdonanza celestiniana

I nuovi cardinali in visita da Benedetto XVI (Ansa)
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Francesco Gnagni