Il leader della Lega spinge per il ‘modello Basilicata’: “Da ottobre pagherà il gas meno di tutti, mi piacerebbe che questo aiuto venisse esteso”
“Se il prezzo del gas non scende“, ha detto ieri a Napoli Matteo Salvíni, “il prossimo governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese e per me l’operazione-verità è sempre meglio dell’operazione-silenzio. Vorrei evitarlo“.
Il leader ha poi continuato: “Me l’ha già detto Macron, e la Francia oltretutto ha decine di reattori nucleari operativi. Noi non ce l’abbiamo, importiamo solo energia dall’estero, quindi se non si interviene il rischio di decidere chi si riscalda e chi no, chi accende la luce o meno, è assolutamente concreto“.
“Siamo assolutamente a favore di un intervento diretto e rapido dell’esecutivo” ha spiegato Salvini, “che metta a disposizione non alcuni miliardi, ma alcune decine di miliardi, con un vero e proprio piano di emergenza nazionale e di sostegno a chi non ce la farà. Se poi l’Europa mette il tetto ai costi va bene, ma se non lo fa perché ci sono alcuni Paesi che non lo vogliono, cosa facciamo? I tecnici“, prosegue Salvini.
Il leader leghista ha discusso della crisi energetica con i rappresentati di Comuni e Regioni e ha comunicato che proporrà a Draghi “di bloccare gli aumenti del gas e di tagliare le tasse sulle bollette secondo il modello scelto dalla Basilicata (governata dal forzista Vito Bardi, ndr). Mi piacerebbe che fosse fatto anche a livello nazionale“.