La rabbia di Salvini di fronte alle accuse che lo vorrebbero “al servizio dei russi” e che inquinano la campagna elettorale allontanando dal tavolo i temi più incombenti. Ma il leader della Lega non ci sta e annuncia querele.
“E questo vale per Saviano, per Letta, per Di Maio, per Renzi, per Calenda..”. È categorico il leader della Lega con chi lo accusa di interferenze dei russi nella politica italiana, catalizzate nel suo partito e ancora meglio nella sua figura, come emerge negli ultimi giorni da alcuni post, trainati da quello del giornalista Roberto Saviano. Anche perché, risponde Salvini per i toni, la storia parla chiaro: in Italia è esistito, nel periodo del dopoguerra, il partito storicamente più vicino alla Cortina di Ferro, che è stato quello Comunista, il Pci.
La rabbia del leader della Lega
“Da oggi querelo chiunque dica che io sono al servizio dei russi, perché io sono esclusivamente al servizio del popolo italiano e mi sono rotto le scatole di questa gente che ha tempo da perdere e apre la bocca solo per darle fiato…”, ha detto Matteo Salvini ospite della kermesse del sito Affarii taliani, a Ceglie, in provincia di Brindisi in Puglia. “E questo vale per Saviano, per Letta, per Di Maio, per Renzi, per Calenda”, rincara la dose il leghista. “Contestatemi su flat tax e altro ma non su questo…”.
Un colpo basso arrivato in campagna elettorale, che tuttavia il capo del partito facente parte della coalizione di centrodestra non ha voluto lasciare cadere nel vuoto, ma al contrario ha portato all’attenzione del suo pubblico, spiegando come nascono a suo avviso le false notizie nei confronti della Lega. D’altronde, è ormai evidente come sempre più si stia assistendo, negli anni, a campagne elettorali particolarmente fondate su accuse troppo spesso pretestuose, quasi fino a diventare infantili. Mentre si parla sempre troppo poco di questioni che interessano in maniera più pressante la carne viva del Paese, del lavoro e dell’economia, delle famiglie e delle difficoltà degli ultimi.
Nel giorno stesso in cui Salvini ha sorpreso tutti indicando la possibilità di sedersi attorno al tavolo prima del voto, per un “armistizio” su luce e gas e su come affrontarlo con la mano del premier Draghi, ancora in carica per gli affari correnti dopo la sfiducia al suo governo, si torna a parlare di attacchi lontani dai temi più concreti del Paese, in un momento di forte difficoltà come quello che si sta vivendo e che si rischia di vivere sempre più nelle prossime settimane e mesi. ”Io ho sempre difese l’interesse nazionale del mio Paese, in Italia e all’estero”, ha chiosato Salvini, che ha concluso: “L’ultima volta che sono andato a Mosca ci sono andato da ministro”.