C’è’ un giovanissimo media manager dietro al successo web della leader FdI, la segue e la consiglia dal febbraio del 2018
Si chiama all’anagrafe con il nome completo Ettore Maria Colombo Tommaso Longobardi è il deus ex machina di Giorgia Meloni sui social network e dal 2018 accompagna l’ascesa della leader di Fratelli d’Italia decidendo dove, come e quando farla “parlare” sulla Rete.
La leader di Fratelli d’Italia lo ha scelto quasi per caso quando, con il passaparola, dopo aver curato alcuni profili degli affiliati al partito, ha cominciato a sciorinare qualche idea e qualche progetto sulla futura campagna elettorale. Da quel momento è stato un duo indissolubile, soprattutto dopo l’esplosione virale del “Io sono Giorgia”.
Giovanissimo ma con le idee molto chiare
La sfrontatezza dei giovani rampanti, 31 anni romano, laureato con la triennale in Psicologia, cresciuto nella grande scuola dei Casaleggio Associati, dopo 8 anni di apprendistato presso di loro, ha provato il grande salto tornando nella Capitale dove, dopo essersi occupato di diverse aziende, approda in FdI. “Fino a qualche anno fa i cittadini pensavano che dietro le pagine dei leader ci fossero realmente i politici a gestire tutto. Non è facile far capire che esiste oramai da molti anni la figura del social media manager”. Il boom social di Giorgi Meloni è arrivato con lo slogan ‘Io sono Giorgia’, “Il trend di questo slogan fu in affetti un boomerang”, chiarisce Longobardi in un’intervista a il Quotidiano Nazionale, “che si ritorse contro chi voleva denigrarla dopo un discorso fatto a Piazza San Giovanni a Roma, una challenge partita su Tik Tok che divenne al contrario pura propaganda per la Meloni, a volte le cose vanno così”.
Quale è il segreto per un trend social così in ascesa per la leader di Fratelli d’Italia?
“I social possono essere gestiti più o meno bene”, risponde il media manager, “ma senza sostanza e concretezza politica si ha comunque difficoltà nel farli crescere. Di pari passo, noi cerchiamo di essere presenti su tutti i social, nella comunicazione politica si ambisce sempre a parlare a ogni target possibile”. Come risponde a chi vi accusa di avere un atteggiamento conservativo sulla comunicazione social? “Capita di usare post che possono provocare reazioni discordanti”, replica prontissimo Longobardi “come può capitare a qualsiasi lavoratore di commettere errori sul posto del lavoro”.
Le elezioni si vincono con i voti non con i like
Credo che parlare di vittoria sui social”, conclude il ‘guru dei media’, sia molto relativo. Perché qual è la vera vittoria? Avere più numeri e interazioni o più voti? La risposta è chiara, avere più numeri non sempre è sinonimo di avere più voti e molte elezioni passate lo hanno ben dimostrato. Il social è un media e come tale permette di avere una grossa cassa di risonanza in termini propagandistici, ma questo non basta a vincere le elezioni”.