Tante le segnalazioni dell’insetto avvistato in tante zone della capitale. E non fanno che aumentare: da giugno ad agosto numero impressionante
Roma nuova giungla. Ci mancava solo questa. Dopo i cinghiali adesso tocca alla vespa orientalis. Un insetto fastidioso e un po’ pericoloso che nella Capitale non veniva segnalata dagli anni Cinquanta e che ama banchettare tra i rifiuti in putrefazione, in particolare di carne, sta colonizzando la città, aree verdi incluse. E si teme per i giardini e i cortili scolastici, non frequentati da giugno.
I primi nidi sono stati individuati a fine luglio, ma ora non si contano quelli segnalati. Andrea Lunerti, etologo e zoofilo naturalista che a maggio aveva catturato una tartaruga azzannatrice nel cortile di un condominio, finora ne ha eliminati quindici. Tutti in aree private, perché “su quelle pubbliche, come per esempio le alberature di un viale, non posso intervenire“.
Le intercapedini sono le loro preferite per costruire la nuova casa
Da qualche giorno “le segnalazioni sono diventate più numerose”, tanto da “avere difficoltà a gestirle tutte”, e arrivano soprattutto da Monteverde, Prati e dal centro storico. “Le intercapedini sono i punti preferiti per mettere su ‘casa'”, per gli insetti, spiega Lunerti. Il caldo ha fatto il resto, creando una situazione favorevole per queste vespe che fino a metà ottobre alleveranno le regine: quelle che l’anno prossimo daranno vita a nuovi nidi”.
Senza un piano di contrasto, insomma, l’estate 2023 potrebbe essere caratterizzata da una presenza incontrollata di questi imenotteri. E infatti “il peggio deve ancora venire”, conclude Lunerti. Le prime avvisaglie ci sono già. Le vespe orientalis, si legge per esempio su un gruppo di quartiere di Monteverde, vanno di balcone in balcone e “si portano via le crocchette degli animali”. E tante sono le segnalazioni ricevute da villa Pamphilj, uno dei polmoni verdi della città.