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Politica

Elezioni, Giorgetti: “Aprire Tik-Tok? Preferisco la polenta…”

Published by
Daniele Magliocchetti

Il numero due della Lega e Ministro parla a La Stampa: “Meloni realista su Piombino. Il nostro partito deve ritrovare le radici”

Nel crotto di Chiavenna i volontari servono pizzoccheri bianchi e una dirigente leghista se ne esce così: “Gianca tu sei su TikTok?“. Gianca, al secolo Giancarlo Giorgetti, quasi non capisce la domanda, è uno dei pochi a non aver visto le performance di Silvio Berlusconi sui social, ma nel dubbio dà una risposta secca: “Meglio la polenta vecia di Chiavenna“. La battuta, come riporta il quotidiano La Stampa nell’intervista, non serve malizia per capirlo, è una metafora che ha un suo contesto: il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti è in Valtellina, il partito lo ha spedito quassù, candidato in un collegio lontano dalla sua Varese, ma in una zona che frequenta sin da bambino, come dimostra la felpa che indossa (quelle dismesse da Salvini per intenderci), con la scritta Val di Giust (il nome dialettale della Valle Spluga). Giorgetti, sperano qui, colmerà questo vuoto: “Il partito ha puntato molto sui social – spiega il ministro passeggiando per Chiavenna-. Da un punto di vista territoriale, invece, la Lega si è rachitizzata, forse si è adagiata sui successi di Salvini. Ma nelle nostre terre bisogna tornare a esserci“.

Il ministro dello sviluppo economico Giorgetti (Ansa)

Il rischio per la Lega è grande. Persino in queste valli si sono insinuati i Fratelli d’Italia, alcuni dirigenti storici come l’ex deputato Jonny Crosio sono passati con la fiamma. “In tanti voteranno per la Giorgia“, ammette Silvana Snider un’altra parlamentare valtellinese che ha espresso i suoi dubbi sulla linea nazionalista della nuova Lega ed è stata candidata in posizione impossibile. Giorgetti la vede così: “Salire sul carro del presunto vincitore è una caratteristica nazionale. Meloni sta sfruttando la sua rendita di posizione, è stata all’opposizione e non ha dovuto fare scelte gravose. Ora però si sta dimostrando realista, ha capito che se dovesse andare a Palazzo Chigi dovrà assumersi l’onere di prendere decisioni complicate. La prova la vedete sul caso di Piombino, il suo sindaco è contrario al rigassificatore, ma Fratelli d’Italia sa che quello del gas è un tema strategico e non farà le barricate“.

“Patuanelli attacca su Wartsilia? Quando sono state votate quelle norme, volute da Draghi e da me, lui c’era o dormiva?”

Il ministro dello sviluppo economico Giorgetti (Ansa)

Il ministro analogico si trova a suo agio tra i banchi, si mette in posa con una forma di cacio locale, taglia la bresaola (“qui la chiamiamo brisaola“) con l’affettatrice, fa cadere qualche fetta, ma il produttore lo giustifica, “è colpa della macchina“, compra una torta piena di zucchero “Si chiama fioretto, paradossale…“. Nessuno nomina Salvini, al massimo ci sono allusioni, “Qui conta la concretezza, siamo di poche parole come Giancarlo“, dice il presidente della comunità montana della Valchiavenna, Davide Trussoni.

La tranquillità viene scalfita, nemmeno molto, dalle notizie che arrivano da Trieste, il ministro grillino Stefano Patuanelli attacca sul caso Wartsilia: “Giorgetti e Palazzo Chigi hanno le norme anti-delocalizzazione“. Sguardo stupito e risposta: “Quando sono state votate quelle norme, volute da Draghi e da me, Patuanelli c’era o dormiva?“. Al di là della vicenda triestina, Giorgetti è stupito che nessuno rivendichi l’opera del governo Draghi, del quale tutti, Meloni a parte, hanno fatto parte: “Sono temi scomparsi dai radar, è singolare. Ma capisco che in campagna elettorale si parli di cose più semplici“.

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Daniele Magliocchetti