Nell’editoriale sono analizzate le sfide della leader di Fdi: non solo i tempi caldi di “un paese allo sbando”, ma anche quelli che “remano contro”.
Numeri. In questa fase non sono tutto, ma sono garanzia di certezze, un vero e proprio termometro del sentiment degli italiani, che sembrano rafforzare la posizione di Fratelli d’Italia.
Giorgia Meloni si avvicina al 25% nei sondaggi. Una fetta consistente degli elettori, per tagliare corto, si è dichiarata pronta a darle fiducia per aprire una nuova fase in Italia. Al timone di una nave ammaccata, in cui non dovranno essere effettuate riparazioni ma veri e propri interventi per farla risplendere, ci sarà quasi certamente lei. La leader è prudente. Non gioisce, non attacca, resta ferma sulle sue posizioni in linea con gli atteggiamenti chiari ormai da mesi. Un modo per lasciare intendere che c’è un programma netto, una linea ben delineata, e che quella sarà seguita. L’atteggiamento paga, ma la sfida cambia. Ad analizzare cosa accadrà quando la leader di Fdi salirà a Palazzo Chigi è Vittorio Feltri, e il suo editoriale la mette in guardia dagli ostacoli. Quelli reali, che dovrà affrontare nel suo lavoro dopo l’insediamento, e quelli che arriveranno dai “nemici maschi”.
“Servirà fermezza” ha ammesso Feltri, “ricordatevi ciò che dovette subire Berlusconi”. L’analisi è lucidissima, e tiene conto delle decisioni che la Meloni dovrà prendere, e che come già è accaduto in passato saranno di certo oggetto di polemiche. “La prossima sarebbe la prima volta che una donna assume il comando della Nazione – prosegue Feltri -, il che provocherà la stizza dei signori uomini di qualsiasi tendenza politica”.
La sfida è quindi doppia. “Giorgia sarà costretta a combattere non soltanto per salvare i conti dello stato, ma anche ad affrontare un numero sterminato di nemici maschie, e ovviamente di femmine invidiose”. La strada però è quella giusta secondo Feltri. “Mi sembra si sia circondata di collaboratori di alto livello tecnico, da Tremonti a Nordio e Pera. Gente di esperienza che sa il fatto suo. Non vorrei essere nei suoi panni ma la voterò – chiosa Feltri -, non perché sia una dama, ma in quanto non è cretina come la stragrande maggioranza dei suoi rivali.