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Sarri, grida nel silenzio: chi lo accompagnerà nelle sue battaglie?

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Paolo Colantoni

Il tecnico biancoceleste accusa gli arbitri e chiama in causa i designatori e la stessa società: chi lo seguirà nella sua battaglia?

“Che quest’anno noi stiamo sui coglioni all’arbitro è palese. Ce lo hanno detto anche dopo il Bologna. Siamo una delle squadre meno fallose della Serie A. Siamo usciti con tutti ammoniti noi, inquietante la direzione arbitrale e quella del Var. Il Napoli è una grande squadra e può vincere con chiunque, poteva vincere lo stesso”. Le parole di Maurizio Sarri al termine di Lazio-Napoli hanno fatto rumore e fotografano una situazione che va ben oltre il semplice confronto tra i biancocelesti e gli azzurri.

Sarri si è lamentato sia del primo gol segnato da Kim, che prima di svettare indisturbato spinge nettamente (facendolo cadere a terra) Luis Alberto, sia del mancato rigore per la gomitata di Mario Rui ai danni di Lazzari.Mi sembra ci sia molto poco da commentare, ci sta anche un fallo nostro da calcio d’angolo di Kim su Luis Alberto e anche se la palla non è partita l’arbitro deve interrompere e deve far riprendere posizione. Questo nell’era del Var, o sono scarsi o c’è la soluzione b che è più preoccupante. In una partita così fondamentalmente corretta ha trovato modo di ammonire tutti i nostri giocatori. È dalla prima partita in cui noi abbiamo avuto un eccesso di proteste, contro il Bologna, che vengono prevenuti e ce lo dicono anche e queste sono le conseguenze. Penso che il responsabile degli arbitri debba prendere provvedimenti seri e pesanti”.

Sarri ha chiamato in causa anche il presidente Lotito: “Se fossi in lui chiederei un chiarimento con il responsabile degli arbitri”. Il tecnico biancoceleste ha urlato al mondo intero la sua rabbia, dopo l’arbitro di Sozza e il mancato intervento del Var Fabbri. Gli episodi sono chiari ed hanno condizionato il risultato finale. Ma le parole del tecnico biancoceleste rischiano di rimanere nel vuoto. Di echeggiare in un silenzio surreale: da parte degli organi di informazione, degli arbitri e della stessa società biancoceleste.

Le sue lamentele non sono state seguite, cavalcate ed esasperate, al pari di ciò che solitamente accade quando sono altri tecnici ad alzare la voce (eloquente la campagna di stampa che ha accompagnato e spesso sorretto le lamentele di Mourinho nello scorso campionato). I responsabili arbitrali si sentiranno in dovere di ammettere l’errore (come è già accaduto) o proveranno a spiegare al tecnico della Lazio come sia possibile il diverso trattamento in merito ai falli e alle ammonizioni subite? I dati parlano chiaro: la Lazio ha commesso 50 falli e incassato 15 ammonizioni (un giallo ogni 3,3 falli). Un dato incredibile se paragonato alle medie delle altre big della serie A. L’Inter un giallo ogni 7,5 falli, la Roma un giallo ogni 8,1 falli, il Napoli un’ammonizione ogni 6,5 falli, la Juventus (stessi falli della Lazio: 50), un giallo ogni 6,25.

Il fallo di Mario Rui su Lazzari durante Lazio-Napoli

Il paradosso più clamoroso è che in questa battaglia, Maurizio Sarri rischia di rimanere da solo, insieme alla tifoseria laziale. Anche la società biancoceleste infatti, nonostante sia stata sollecitata dallo stesso tecnico, non lo ha seguito. Lotito (che ha sempre preferito evitare commenti sulle direzioni arbitrali), ha preferito il silenzio. Probabilmente l’impegno in campagna elettorale e le prossime elezioni gli hanno consigliato di tenere un profilo basso; il direttore sportivo Igli Tare vive una situazione difficile, quasi da separato in casa e in un momento come questo ha preferito non prendere nessuna iniziativa. Ne tantomeno è uscito allo scoperto Fabiani (mai presentato ufficialmente), o l’ufficio stampa. Nessun video sui social, nessun comunicato, nessuna grafica riassuntiva. Sarri grida nel silenzio e le sue parole (non accompagnate da nessuno) oltre all’inevitabile multa, porteranno a qualcosa?

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Paolo Colantoni