L’attacco della Lega contro le quattro milioni di cartelle fiscali in arrivo, di cui Salvini chiede il blocco per evitare il collasso, in linea con quanto diversamente proposto anche da Meloni.
Quattro milioni di cartelle esattoriali stanno per essere recapitate nelle case delle famiglie italiane come anche di imprese presenti nel nostro Paese, facendo presagire una vera e propria stangata che si aggiunge al già drammatico contesto del rincaro delle bollette.
Così davanti a quella che si preannuncia come una vera e propria emergenza, Salvini chiede di bloccarne l’invio, ma aggiunge anche che il suo partito avrebbe un piano già pronto per riformare il sistema di riscossione. Che consisterebbe innanzitutto nella possibilità di estendere il meccanismo del saldo e stralcio, che risolve il debito in un pagamento ridotto, a coloro che presentano un indice Isee fino a 40mila euro.
Il programma che starebbe studiando la Lega
Un altro meccanismo del piano leghista sarebbe quello di offrire aiuti alle imprese attraverso uno sconto sulle somme dovute a coloro che dimostrano la crisi di liquidità attestando indici appositi. Lo spiega il quotidiano romano Il Tempo, partendo dal calcolo stimato dal Ministero dell’economia che terrorizza e non poco il tessuto produttivo del nostro Paese, specialmente al termine di un periodo storico segnato da emergenze come quelle del Covid, e ora dall’aumento esponenziale delle bollette.
Entro la fine del 2022 dovrebbero infatti arrivare il 70 per cento dei 20 milioni di atti congelati in precedenza nei mesi del Covid. Un tempo in cui, di certo, tante imprese hanno faticato ancora più a risollevarsi, e che tentano timidamente di farlo ora con la ripresa a pieno ritmo delle attività sociali e anche economiche. Richieste che l’Agenzia delle entrare sta inviando al ritmo di un milione al mese, per un totale di 14 milioni di cartelle, di cui circa 4 ancora non presenti all’appello e che verranno consegnate entro dicembre.
Una vera e propria mazzata che si spera di scongiurare in ogni modo. I tecnici del Carroccio, guidati da Armando Siri, che sono al lavoro su questo tema, spiegano che basterebbe un atto del Governo per fermare l’invio di raccomandate e Pec, magari motivato dall’emergenza economica legata alla crisi del gas. Anche se l’obiettivo di lungo termine resta quello di una vera e propria “pace fiscale”. Ipotesi molto simile a quella presentata anche dal compagno di coalizione Fratelli d’Italia, che fissa l’importo per lo stralcio sotto i mille euro.