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Curiosità

Davvero i tedeschi nutrono risentimento verso gli italiani, e perché?

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Francesco Gnagni

Sembra cosa nota che i tedeschi nutrano risentimento nei confronti degli italiani, tanto da etichettarli continuamente con stereotipi che riguardino ad esempio l’essere “criminale” o “corrotto”. Tuttavia, una ragione di tutto questo ci sarebbe. 

La svela il Corriere della Sera con un articolo a firma di Paolo Valentino. I tedeschi sarebbero semplicemente “invidiosi” dell’Italia e della fortuna degli italiani di vivere in un Paese così bello. Per lo scrittore Klaus Bergdolt, spiega il Corsera, il “senso di superiorità morale” dei tedeschi verso gli italiani “affonda le sue radici nella Riforma luterana, quando il Nord protestante prese le distanze dal Sud decadente e superstizioso”.

(Ansa)

Proprio in quel momento cominciarono a definire gli abitanti del Belpaese “inaffidabili, infedeli nel matrimonio come nelle amicizie, potenziali delinquenti, disonesti, astuti, indisciplinati e non ultimo incapaci di ogni pensiero profondo sull’arte, la teologia o la filosofia”.

Le parole dei corrispondenti e docenti tedeschi sull’Italia

Niente male, insomma, per il popolo che ha innalzato nella storia il diritto, l’arte, il gusto, la cucina, e per la terra che offre al mondo alcuni dei più bei paesaggi esistenti. Spiega Bergdolt: “Differenziare tra l’Italia e gli italiani era un raffinato trucco psicologico dei viaggiatori tedeschi, anche Goethe lo ha usato. Lo stupore per la bellezza dei luoghi e il disprezzo per gli abitanti andavano di pari passo. L’arroganza di questo atteggiamento conduceva alla conclusione che tutti i modelli culturali regalati dagli italiani al mondo potevano solo essere descritti come una bizzarria” .

Insomma, stereotipi triti e ritriti che da allora arrivano fino ad oggi, e che negli ultimi anni hanno invaso la questione dell’euro, della moneta unica dell’eurozona, delle politiche monetarie promosse da Draghi, allora capo della Bce. Con la pandemia è però esplosa in tutta la sua evidenza l’avversione dei tedeschi per gli italiani, che sono arrivati persino a bloccare l’esportazione di mascherine e camici verso l’Italia nel momento di maggiore difficoltà.

Negli ultimi vent’anni però, dall’introduzione dell’euro in poi, molto sarebbe cambiato secondo il Corriere. Gli stili di vita dei due Paesi si sarebbero quindi avvicinati, e così anche le percezioni reciproche rimodulate, dando vita a una vera e propria “osmosi tra le due società”. “Si può mangiare come a Roma o a Napoli e bere ovunque un espresso come Dio comanda. Visitare gallerie d’arte dove giovani creativi italiani e tedeschi espongono insieme. Incontrare manager italiani che guidano importanti aziende italo-tedesche o start-up di successo”, scrive Valentino.

Negli ultimi vent’anni però qualcosa sta cambiando

“Mentre gli eventi dell’ambasciata italiana sono fra i più ambiti e contesi della social life berlinese. Ogni famiglia tedesca, nessuna esclusa, ha il suo Lieblingsitaliener, il suo ristorante italiano di riferimento, cosa che non succede per nessun’altra cucina nazionale. E si può seguire la politica con quel mix di sorpresa e instabilità che noi conosciamo molto bene: dopo gli anni tranquillizzanti e soporiferi dell’età di Merkel, è sparita dal vocabolario mediatico e pubblico berlinese l’espressione «italienische Verhältnisse», rapporti italiani, che una volta indicava situazioni di emergenza con congiuntura politica caotica, maggioranze a rischio, colpi di scena. Oggi sono la normalità”.

Anche la politica tedesca sarebbe cambiata, avvicinandosi sempre più a quella italiana. “I tedeschi hanno cominciato a rendersi conto che il loro «senso di superiorità» nei confronti dell’Italia non ha più basi così solide”, riporta il quotidiano diretto da Luciano Fontana. “Ci siamo accorti che in Italia i treni vanno a 300 all’ora e in Germania ci mettono ancora 4 ore per andare da Berlino a Monaco, meno di 600 chilometri, oltre ad essere sempre in ritardo. O che da voi la rete Internet funziona meglio e dappertutto, mentre appena esci da Berlino e in molte altre zone del Paese non hai alcuna copertura”, afferma lo storico corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung, Jörg Bremer.

“L’adagio che i tedeschi amano gli italiani ma non li rispettano, è un cliché con un fondo di verità. Ma alla base c’è una sostanziale invidia per la leggerezza, l’informalità nei rapporti umani, la socialità. Quello che i tedeschi cercano quando sono in Italia”, chiosa invece il corrispondente da Roma della Süddeutsche Zeitung Oliver Meiler. “Rimane certo lo scetticismo verso i rapporti politici e il modo di stare in Europa, fondato fra l’altro su una convinzione falsa: il 70% dei tedeschi è convinto che l’Italia sia un Paese beneficiario netto del bilancio europeo, mentre invece versa ogni anno nelle casse dell’Ue ben 4 miliardi di euro in più di quanto riceva”.

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Francesco Gnagni