“Attento amico Letta, ricordati di Dante”: l’avvertimento al Pd sul gender

Si alzano i toni e si inasprisce lo scontro tra destra e sinistra, con la seconda impegnata a denigrare Giorgia Meloni con accuse che il quotidiano Libero definisce veri e propri insulti, nati al grido di “Contrordine compagni”. 

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(Ansa)

“La sinistra sa di perdere e passa agli insulti”, spiega il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, con un articolo a firma di Renato Farina, che si chiede: “Che sta succedendo a sinistra? La parola d’ordine è usare le parole come spranghe. Fino a indurre una ferocia ungulata in chi meno te l’aspetti”.

Il riferimento è alle lamentele del mondo di sinistra che accusa Meloni di usare la comunità Lgbt come “bersaglio”, per di più in maniera “rivoltante”, al punto da comparare tutto questo con quanto faceva “il fascismo con la comunità ebraica”. Toni piuttosto esasperati che, a detta del quotidiano di centrodestra, sono conseguenza del fatto che la sinistra è ormai certa della sconfitta e tenta così in tutti i modi di demonizzare l’avversario, con un atteggiamento che di responsabile e democratico, a differenza del nome del partito stesso, avrebbe ben poco.

L’inasprimento di toni a sinistra contro Meloni e la risposta

Così l’invito a sinistra, per l’autore dell’articolo, diventa una vera e propria esortazione a “considerare la coalizione di centrodestra quasi sia la riedizione dell’asse nazifascista. Ma la battaglia Lgbtqqia+ non doveva essere dolce e gentile come i delicati colori della bandiera sventolante al gay pride?”, si chiede Farina. “Come mai questa trasmutazione del dialogante Zan?”, è la domanda del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti.

Meloni infatti nei giorni scorsi ha mostrato grande pacatezza e tolleranza di fronte all’attivista pro-lgtb salito sul palco della sua manifestazione, sostiene Farina, e questa differenza di toni e di stile non gioca di certo a favore della causa fatta propria dal Partito democratico e dalle sue componenti che sponsorizzano il Ddl Zan. E di coloro secondo cui “il sesso non esiste, c’è solo ‘il genere'”, una visione pure legittima ma che diventa però “sopruso vergognoso” nel momento in cui la si vuole “imporre” al punto di dichiararla “universale, altrimenti sei un estremista, un nazi-fascio-omofobo. È il dogma del gender”, che per la sinistra di Letta e di Zan “dev’essere promosso in tutte le scuole statali e no”.

“Attendo amico Letta, ricordati di Dante”, è la chiosa dell’articolo di Farina. “Il Sommo Poeta manda all’Inferno Semiramide, la regina assira che libito fé licito in sua legge. La sua colpa non fu tanto la lussuria, ma fu sprofondata perché ‘dichiarò lecito, permesso dalla legge, ciò che a ciascuno piacesse'”, conclude Farina citando la parafrasi del grande dantista Natalino Sapegno. “Un conto è non entrare nel letto degli altri, altra cosa è costringerla a pensarla così”.

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