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Tragedia Gragnano, Lavenia: “Serve prevenzione, ecco il vero problema e la mia proposta”

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Francesco P

Il dottor Giuseppe Lavenia in esclusiva a Notizie.com analizza la tragedia di Gragnano: “Bisogna educare i genitori e i ragazzi partendo dalle scuole, ecco la mia proposta”.

Dettagli agghiaccianti, che rendono un episodio di cronaca già tragico ancora più pesante. La morte del 13 enne a Gragnano è al centro di una indagine, con messaggi che avvalorano l’ipotesi di istigazione al suicidio e 6 giovani indagati.

Il dottor Giuseppe Lavenia (Instagram)

Il gesto del 13enne sarebbe addirittura stato anticipato in qualche modo da un messaggio in cui avrebbe chiarito di essere stanco. “Non ce la faccio più, ricordati di me”. Questo avrebbe scritto alla fidanzatina prima della tragica morte. Sul tema è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com Giuseppe Laveniapsicologo psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo “Di.Te.”.

Servirebbe infatti prevenzione, educazione tecnologica, soprattutto leggi chiare in merito. “Il primo problema – ha chiarito Lavenia – è che quando i ragazzi sono in casa diamo per scontato che non ci siano pericoli o che i giovani non abbiano problemi. Una delle chiavi è l’incapacità di dire no da parte degli adulti e questo suggerisce che serve un percorso condiviso”. Controllo quindi, e un dato fa riflettere. I reati informatici e le minacce di ogni tipo corrono sul web e sugli smartphone, ma per certi versi restano “invisibili”. “Parliamo di reati pericolosi, per certi versi non prevedibili. Ecco perché serve un controllo costante. L’adulto deve avere quello stesso ruolo che ha nella vita di tutti i giorni anche fuori di casa. Questo suggerisce l’utilità di un percorso di educazione digitale, che non può più essere trascurato. A questa età i giovani non sono per molti versi consapevoli dei rischi, e siamo noi adulti a doverli guidare, così come accade nella vita reale”. Arriva quindi una proposta chiara.

Lavenia: “Serve patentino digitale a scuola”

Gragnano, morte del giovane Alessandro (Ansa Foto)

A Notizie.com Lavenia chiarisce che servirebbe un percorso condiviso. “I problemi da prendere in considerazione sono molti. Gli anni di pandemia hanno creato disagi pesanti ai giovani. Le ricerche fatte da noi chiariscono che per troppi giovani il rischio di suicidio è altissimo, ed è per questo che bisogna intervenire”. Come? “In primis è fondamentale saper dire no ai nostri figli. Controllarli non significa violare la loro privacy, della quale siamo noi il vero scudo, ma guidarli, fargli capire quali sono i problemi e i rischi che si incontrano sul web nella stessa misura in cui si fa quando escono in piazza o con gli amici”. La proposta però è chiara. 

“Credo che sia fondamentale oltre alle leggi e alla prevenzione istituire il patentino digitale. Un percorso didattico fatto a scuola, da condividere con i genitori, per educare tutti al corretto utilizzo dei social. Sotto ai 14 anni sappiamo bene che non possono essere usati, ma a qualsiasi età bisogna conoscere i pericoli. Ad esempio sarebbe opportuno in quinta elementare effettuare un percorso, alla fine del quale è possibile stabilire se sia opportuno o meno affidare uno smartphone ai giovani. La prevenzione e l’educazione digitale sono fondamentali, e poi serve la capacità di guidare i nostri figli anche in questi aspetti per evitare episodi che a questa età non sanno gestire”.

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