Costi della luce lievitati, utenze del gas da salasso, bollette cinque, sei, sette volte maggiori rispetto al 2021, c’è aria di rivolta
Tornano ad alzare la voce, cercando di difendere i diritti delle proprie categorie, i rappresentativi del mondo dell’artigianato, del commercio, della piccola industria, dei servizi e del turismo italiani, che giudicano inaccettabile, inammissibile e ingiustificabile il comportamento tenuto dal governo in questi mesi.
Il riflesso dello choc energetico sulle bollette fa paura. Alle grida di allarme arrivate nelle ultime settimane dagli esercenti, si unisce la necessità di trovare soluzioni per rimanere a galla. Dal Nord al Sud del Paese, si moltiplicano gli stratagemmi per consumare meno, c’è chi punta sul romanticismo, sostituendo le luci decise delle lampade con quelle soffuse delle candele, chi evita di accendere i condizionatori durante le pulizie. Alcuni alberghi provano a concentrare le prenotazioni in specifici piani per risparmiare sull’aria condizionata, si tengono al buio piscine e giardini e qualcun altro sta valutando se chiudere in bassa stagione. Diversi ristoranti hanno già scelto di dimezzare il servizio, aprendo solo a cena e rimanendo chiusi a pranzo. E questo accade sia nella grande città sia nel borgo di campagna, ma ora qualcuno ha deciso di dire basta e minaccia di non pagare più le bollette energetiche.
C’è aria di rivolta tra i commercianti, gli albergatori, i ristoratori, i panettieri, i pasticceri e persino tra le famiglie italiane. Un conto è che all’inizio sono stati annunciati come aumenti calmierati, poi semplicemente ci hanno detto che ci sarà da stringere la cinghia, poi però sono cominciate ad arrivare davvero le fatture impossibili, raddoppiate, triplicate, se non addirittura quadruplicate, batoste da 40mila, 100mila, 300mila euro l’una. Senza possibilità di appello, di chiedere una spiegazione o una dilazione. “Molti albergatori sono pronti a non pagare le bollette che sono ormai diventate insostenibili”, ammette senza giri di parole Giovanni Cher, presidente della sezione trevigiana di Federalberghi, “La sofferenza è grande, il problema rischia di essere insormontabile e non possiamo escludere che qualcuno decida di rifiutarsi di metter mano al portafoglio, perché dopotutto per le imprese si parla di vita o di morte”. E’ proprio questo il punto che molto probabilmente chi governa non è riuscito a capire fino in fondo o fa finta di non capire.
E il passaparola in tutto lo stivale fa prendere decisioni particolari e compiere gesti plateali che si ripercuotono sul prezzo finale che applicano al consumatore: i baristi, i negozianti, i ristoratori che espongono le bollette in vetrina per gridare che non si sono inventati proprio nulla. Ad Ancona, a Cagliari, a Ferrara, a Padova, a Brescia, praticamente ovunque, si moltiplica l’emissione degli scontrini con gli aumenti e la scritta “caro energia” per provare a far capire all’astante di turno che mai come questa volta la colpa non può essere la loro. E la rivolta silenziosa comincia a circolare su e giù per l’Italia, perché per sopravvivere non si può morire.