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Si rifiuta di chiamare “loro” un transgender: professore arrestato

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Paolo Colantoni

Una storia assurda, che sembra uscire da un film. Sta facendo discutere la vicenda che vede protagonista un professore. Punito in modo esemplare

Se non fosse tutto certificato, qualcuno potrebbe pensare ad una fake news, o alla trama di un film. Ma la storia che vi stiamo per raccontare è incredibilmente vera. Un professore ha passato dei momenti molto complicati per essersi rifiutato di chiamare un ragazzo transgender con il pronome “loro”. Una presa di posizione che gli è costata caro.

Professore arrestato per non aver chiamato loro uno studente transgender – Twitter –

Enoch Burke, insegnante di una scuola cattolica irlandese, è il protagonista di questa assurda vicenda. L’uomo si è rifiutato di sottostare alle richieste del ragazzo, che si era rivolto ai dirigenti scolastici di fronte al rifiuto del docente di chiamarlo con il pronome “loro”. Burke è stato richiamato, poi sospeso. La famiglia del ragazzo transgender aveva trovato un accordo con la scuola e aveva fatto firmare all’istituto una richiesta ufficiale, che imponeva a tutti i docenti di rivolgersi nello stesso modo al ragazzo. Ma Burke si è rifiutato e un Tribunale (dopo un richiamo ufficiale), gli ha ufficialmente tolto la possibilità di insegnare.

Ma non contento, il professore si è presentato ugualmente in classe, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire e ad arrestarlo. “È una follia che sarò condotto da quest’aula a un luogo di incarcerazione, ma non rinuncerò alle mie convinzioni cristiane”, ha detto dopo la condanna. “Sono un insegnante e non voglio andare in prigione. Voglio essere nella mia classe oggi, è lì che mi trovavo stamattina quando sono stato arrestato”, le sue parole.

“Amo i miei studenti”

Il professore condotto in carcere –

Ha detto di amare i suoi studenti, ai quali insegna tedesco, storia e politica, oltre a dibattere. «Amo la mia scuola, con il suo motto “Res Non Verba”, fatti e non parole, ma sono qui oggi perché ho detto che non chiamerei un ragazzo come chiamerei una ragazza”, ha detto in Tribunale. “Il transgenderismo è contro la mia fede cristiana. È contrario alle scritture, contrario all’etica della Chiesa d’Irlanda e della mia scuola”, ha aggiunto.

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Paolo Colantoni