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Cronaca

“L’Italia si è fregata da sola”: gas, tutti gli errori e un futuro che preoccupa

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Francesco P

In un editoriale su Libero, Vittorio Feltri analizza gli autogol commessi dall’Italia e indica una soluzione chiara: “Merita di essere tentata”

“Sul gas l’Italia si è fregata con le sue mani”. Il titolo dell’editoriale di Vittorio Feltri è chiarissimo, ed è spiegato in maniera precisa, con una analisi sugli errori commessi negli anni, e su una serie di autogol recenti che condizioneranno l’inverno e la tenuta economica della nazione.

Gasdotto russo (Ansa Foto)

“Se per qualsiasi motivo tiri un calcio a qualcuno devi aspettare che questi cerchi di restituirtelo”. Il riferimento è alle sanzioni, che hanno prodotto la reazione da Mosca. La dipendenza dai rubinetti del gas russi però ha provocato scossoni pesanti. Crisi, prezzi alle stelle, austerity. “Da anni siamo tributari degli ex sovietici in materia di gas – scrive Feltri – ma non siamo stati capaci di renderci autonomi. Abbiamo trascurato pozzi, non abbiamo incrementato centrali idroelettriche e votato due volte contro i referendum per le centrali atomiche”. In sostanza Feltri sottolinea che “ci siamo comportati da stupidi, e adesso per completare l’opera ci impegniamo a litigare con i nostri principali fornitori di gas”. Niente simpatie per Putin, Feltri lo chiarisce, ma una soluzione sola per evitare altri problemi.

Feltri: “Il nostro sistema produttivo ed economico va a gambe all’aria”

Una centrale di gas in Russia (foto Ansa)

“Mentre litighiamo con i principali fornitori di gas il nostro sistema produttivo ed economico va a gambe all’aria”, sottolinea Feltri nella sua analisi che ha una direzione chiara, e con essa anche una soluzione ben precisa. “Non ho simpatie per Putin – ammette –, ma per questo vorrei evitare di scontrarmi con lui perché ha dichiarato guerra all’Ucraina e non capisco perché se lo zar e l’ex comico di Kiev si scontrano dobbiamo metterci il becco”. 

Niente risorse, crisi economica, problemi di ogni genere. Feltri non apprezza la scelta di essersi messi in fila dietro ad altre nazioni per le sanzioni, e chiarisce un aspetto da non sottovalutare. “Un conto è ospitare i profughi in fuga dalla loro patria in fiamme, un altro è parteggiare per uno dei paesi belligeranti fornendo armi e finanziamenti che prolungano la pugna. Noi occidentali siamo favorevoli alla pace – prosegue –, ma tocca a loro cessare il fuoco. Non si tratta di un’operazione semplice – chiude –, ma merita di essere tentata senza che si intrufolino stati amici o presunti tali”. Quindi anche l’Italia. “Con tutti i problemi che la tormentano, non ha certo energia e mezzi per andare contro la Russia”. 

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