Dopo la doppietta nel derby contro l’Inter, tutti gli occhi sono puntati sul fenomeno portoghese valorizzato al massimo da Pioli
Milano ai piedi, l’Italia pure, l’Europa ancora no. Rafael Leao ha vissuto un derby da sogno, protagonista assoluto del trionfo del Milan, con una doppietta da urlo, ma occhio perché ora arriva la Champions League e la musica cambia. Non solo perché l’inno della competizione europea più importante è ben più famoso e iconico di “O generosa” che rappresenta l’intro alle partite di Serie A, ma perché è sul palcoscenico europeo che si misurano valori di mercato e appeal internazionale. Leao è probabilmente il talento più luminoso del campionato italiano, ma in Europa il suo bottino è ancora magro.
Il portoghese ha dalla sua solo quattro presenze in Champions e la differenza con alcuni suoi coetanei è pesante. Vinicius Jr., per esempio, ha già sollevato una Champions, segnando in finale e diventando protagonista assoluto nella cavalcata del Madrid e in quella competizione ha comunque 34 presenze, oltre a nove gol e 13 assist. Vinicius a oggi, però, non ha valore, per strapparlo al Real forse non basterebbero 200 milioni di euro e Perez è blindato da una clausola da un miliardo di euro. Discorso simile per Foden che di presenze in Champions ne ha 36 e di gol nove.
Inoltre questi due sono anche pilastri delle proprie nazionali, Leao ancora no. Per questo la sua valutazione, oggi, s’aggira sui 90-100 milioni (nonostante la clausola da 150) e su di essa pesa anche il contratto in scadenza nel 2024. Segnali di rinnovo ancora non ce ne sono, perché l’entourage è ha più anime e le voci sono discordanti, c’è chi vorrebbe rinnovare e chi no. Leao, a quanto pare, chiede un ingaggio da 7 milioni netti e che il Milan paghi i costi della vertenza con lo Sporting Lisbona, circa 9 milioni. Non sarà facile arrivare a dama e blindare un talento in piena ascesa.