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Cronaca

Svolta storica verso i minori: chiusi molti siti porno

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Francesco P

Una sentenza chiara che potrebbe alimentare le richieste da parte di altre nazioni: senza una revisione per tutelare i minori arriveranno i blocchi.

Il dibattito è aperto da anni, ma il problema è uno solo. I siti porno, accessibili per certi versi a tutti, non hanno mai creato un serio programma di tutela per evitare di esporre i minori ai contenuti. 

Nuove regole per tutelare i minori dai contenuti pornografici (AnsaFoto)

In sostanza i portali sono facilmente accessibili, e fra accuse, cause e continui attacchi, è stata una sentenza a chiarire quali saranno i passaggi da svolgere. Arriva dalla Germania, e nello specifico da un tribunale che ha respinto il ricorso di due siti a luci rosse con sede a Cipro in merito al divieto di distribuzione nel Paese senza un corretto sistema di protezione per i minorenni. Il tribunale superiore di Muenster ha dato seguito a quanto già stabilito dal tribunale di Dusseldorf, e in merito alla questione arrivano indicazioni chiare, con una strada ben precisa.

Blocchi ai siti porno senza adeguata protezione: ecco la sentenza

Molte nazioni chiedono regole più rigide (AnsaFoto)

Nonostante le sentenze e le sollecitazioni a creare un sistema di controllo più preciso, i siti porno si sono rifiutati di adeguarsi e di evitare che i minori possano facilmente accedere ai contenuti. A ribaltare tutto però arriva una sentenza che non farà piacere all’industria del porno, ma che è richiesta in maniere continua e corretta per evitare che tutti e a qualsiasi età possano visionare i filmati contenuti nei portali.

“Se i portali continueranno a negare l’istallazione di un sistema di protezione, questi potrebbero essere bloccati dalle autorità tedesche” si legge su Der Spiegel. In sostanza servirà maggiore controllo, e sul tema si è espresso Giovanni Baggio. Il presidente nazionale di Aiart, Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione, ha accolto tutto con grade soddisfazione, affermando che “Sono troppe le violazioni legate all’uso della rete che rispecchiano la scarsa attenzione alla tutela dei minori e degli adolescenti”.

 

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Francesco P