Secondo il numero uno della Figc, visti i i rincari e la mancanza di introiti, il mondo dell’associazionismo sportivo può fermarsi
Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina lancia un appello alle istituzioni anche per andare in aiuto alle società dilettantistiche, che non sono più in grado di far fronte ai crescenti rincari sui costi dell’energia elettrica e al grande rischio di una serrata forzata di tanti impianti.
L’impennata della quotazione del gas a causa della crisi, scatenatasi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le conseguenti sanzioni economiche imposte dalla Ue, si è rapidamente trasferita sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali, mettendo in ginocchio ogni settore dell’economia.
“È peggio della pandemia, perché allora con i protocolli siamo ripartiti, stavolta questo tsunami ci trova già a terra e non abbiamo contromisure, ci mancano i soldi. Così il calcio non si rialza più. Chiediamo al Governo, anzi pretendiamo pari dignità con tutti gli altri settori. Dalla Serie A alle giovanili”, con queste parole il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha voluto sottolineare come l’aumento dei costi per le forniture di luce, gas e acqua che sta colpendo tutti i cittadini italiani non tiene fuori da questa brutta situazione il calcio a tutti i livelli, dai professionisti ai dilettanti. “Chiedo soldi per il calcio dei ricchi? Se vogliamo continuare a credere a questa favola… andassero a dirlo alle migliaia di società dilettantistiche“, ha tenuto a precisare il numero uno di Via Allegri in una intervista a “Il Messaggero”, “In questi giorni ci siamo mossi, sappiamo che sarà riconosciuta alle imprese come credito d’imposta una percentuale delle spese energetiche dei prossimi tre mesi. Ci saremo anche noi nella lista, almeno me lo auguro”.
Un problema che potrebbe diventare sociale
Il calcio non è soltanto quello dei professionisti sotto le luci dei riflettori della serie A o della serie B, ma soprattutto quello dei piccoli paesi, del quartiere che svolge una fondamentale opera sui giovani: “Come possono riuscire le migliaia di società dilettantistiche a tenere aperti i campi con le bollette triplicate? Che fanno, chiedono alle famiglie uno sforzo in più per mandare i figli a giocare? Alle stesse famiglie che non sanno come pagare le proprie di bollette?”, ha continuato Gravina con un vero e proprio grido d’allarme, “qui si sta scherzando con il fuoco, anche questo rischia di diventare un dramma sociale. Sono 15mila gli impianti a rischio, il sistema non regge, i costi sono triplicati e queste realtà non hanno altre fonti di ricavi cui attingere per tamponare la situazione”.