A distanza di 11 anni dal crollo delle Torri Gemelle, come è cambiato il mondo? Cosa è successo negli Stati Uniti e nel resto dell’Occidente?
Le immagini degli aerei che si schiantavano sulle Torri Gemelle, le persone che saltavano dai piani altissimi pur di evitare il crollo, il fumo, la distruzione, i tentativi inutili di salvataggio, la conta dei dispersi e delle vittime. Le immagini dell’11 settembre del 2001 restano ancore vive nella nostra mente.
Da quel maledetto giorno il mondo non è stato più lo stesso. Tutto è cambiato. Gli Stati Uniti si sono svegliati fragili e attaccabili, perdendo la scorza di immortalità e di forza che li aveva da sempre accompagnati. Il mondo occidentale ha capito di essere vulnerabile e negli anni successivi ha vissuto con ansia i possibili (e a volte realizzati) attacchi nei luoghi sensibili. L’attacco e il crollo del World Trade Center ha cambiato la politica internazionale, portando all’immediata reazione degli Usa e al conflitto nel Medio Oriente.
Sull’attacco dell’11 settembre si sono spesi fiumi di parole. Si sono scritti libri, creato documentari, speciali e film. Si è cercato di andare a fondo alla notizia, provando ad analizzare le cause e soprattutto provando a capire gli scenari futuri. Oggi, a distanza di 11 anni, cosa è veramente cambiato nel mondo? Gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan, lasciando tutto in mano ai Talebani. La guerra ad Al Qaeda si è chiusa con l’uccisione dei leader storici, ma poco è cambiato rispetto a prima.
E’ invece cresciuta, e non poco, la rabbia dei parenti delle oltre 3000 vittime degli attentati. I processi alle menti degli attentati continuano ad essere rinviati a Guantanamo, portando all’esasperazione gran parte dell’elettorato statunitense. Rinvii che per i parenti delle vittime significano la mancanza di risposte a domande che hanno 21 anni. Barack Obama promise nel 2009 che Mohamed Khalhid, una delle menti dell’attentato, sarebbe stato trasferito a New York per essere messo sotto processo in un tribunale federale di Manhattan. Tuttavia la città si tirò indietro.
Il sindaco di New York, Eric Adams, è criticato in questi giorni dai parenti delle vittime degli attentati per un torneo di golf femminile sponsorizzato dall’Arabia Saudita che si terrà ad ottobre nel club di Donald Trump in città. “Chiediamo al sindaco di New York di stare lontano da Ground Zero e da tutti gli altri memoriali ed eventi dell’11 settembre a meno che non annulli l’Aramco Golf Series finanziata dall’Arabia Saudita”, ha dichiarato Brett Eagleson, che rappresenta le famiglie delle vittime.