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Cronaca

Aumento carburante, perché il diesel costa più della benzina?

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Cristiano

Aumento del carburante, perché il diesel costa più della benzina? Questa è la domanda che si stanno ponendo un bel po’ di italiani che, negli ultimi giorni, hanno notato dei cambiamenti

Aumento carburante (Ansa Foto)

Questione benzina. Non l’argomento del giorno ovviamente visto che è una vicenda in cui se ne sta parlando da un bel paio di mesi, precisamente da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina. Un saliscendi che ha mandato in confusione gli autisti e, allo stesso tempo, li ha messi anche in ginocchio per via dei costi a dir poco “incredibili” (e non è affatto una buona notizia). Oramai è partita la caccia al distributore in cui si paga meno per risparmiare quei pochi centesimi che, in questi casi, possono fare davvero la differenza.

Come avrete notato in questi giorni il prezzo del diesel è decisamente superiore a quello della benzina. Anche se entrambi, secondo quanto riportato dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, pare che siano in calo su entrambi i carburanti. I dati lo confermano: la benzina in modalità “self” è arrivata a 1,726 euro/litro, il diesel “self” a 1,830. Non solo: la benzina “servita” è a 1,869 mentre il diesel a 1,971. La domanda, però, che ci siamo (e vi state ponendo) è sempre quella: perché il gasolio cosa più della verde?

Carburante, perché il diesel costa più della benzina?

Aumento carburante (Ansa Foto)

A spiegarlo ci ha pensato direttamente il presidente dell’Unione Energie per la Mobilità, Claudio Spinaci, che ha rilasciato una intervista al quotidiano ‘Il Messaggero‘. Queste sono alcune delle sue parole: “Nessuno fino ad ora se ne è accorto visto che differenziale di prezzo tra i due prodotti era di 3-4 centesimi di euro per litro a favore del gasolio e veniva compensato degli 11 centesimi in meno di accisa”. Adesso, però, la differenza è di ben 20 centesimi: “Si è creata questa situazione per la minore disponibilità di gasolio dovuta al venir meno delle importazioni russe, da cui dipende il 30% del fabbisogno. Parliamo di 25 milioni di tonnellate all’anno“.

Preoccupazioni per le forniture? Nessun allarme per Spinaci: “Contiamo su una buona industria della raffinazione“. In conclusione ha parlato delle sanzioni che entreranno in vigore sul petrolio russo a partire dal 5 dicembre. Isab di Priolo rischia di chiudere. Un problema visto che tende a rappresentare il 20% della capacità di produzione italiana: “In quel caso potrebbe scoppiare un problema di disponibilità“.

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