Caro spesa: un italiano su due costretto a comprare meno al supermercato

L’inflazione è arrivata all’8% con una conseguenza semplice ma drammatica: al supermercato si spende di più e si compra di meno

Gli effetti della guerra in Ucraina e i rincari energetici hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, infatti, secondo recenti indagini, più di un italiano su due è costretto a rinunciare ad alcuni beni, mentre solo uno su tre non ha modificato le sue abitudini d’acquisto.

Il caro spesa si fa sentire al supermercato –

Per trovare i prezzi più bassi gli italiani sono disposti anche a cambiare abitudini, come andare in un punto vendita diverso dal solito alla ricerca di offerte e promozioni per i diversi prodotti. Oltre alle tradizionali formule dei punti premio o del “prendi 3 paghi 2”, supermercati e discount hanno modificato le proposte per differenziarle e renderle appetibili ai clienti.

Caro spesa: la situazione comincia a preoccupare

Non si arresta la corsa dei prezzi. Secondo gli ultimi dati Istat, l’inflazione su base annua sale all’8,4%, raggiungendo i livelli più alti dal 1985, mentre il tasso relativo al carrello della spesa cresce del +9,7%, il dato più elevato da giugno 1984. Per questo motivo, più di un italiano su due ha tagliato la spesa nel carrello in seguito ai rincari energetici e all’aumento record dei prezzi al consumo.

Un’indagine di Coldiretti evidenzia come gli effetti della guerra in Ucraina abbiano avuto conseguenze anche sul potere d’acquisto, il 18% dei cittadini ha ridotto la qualità dei prodotti acquistati, mentre solo il 31% degli intervistati ha affermato di non aver cambiato abitudini di spesa. Alla luce di tale situazione i cittadini stanno già operando tagli e rinunce, in particolare diminuisce di oltre il 16% il consumo di carne e pesce, proprio i prodotti che hanno risentito dei maggiori rincari, e quando si acquistano si opta per tagli e specie meno pregiate.

L’italiano non riesce più a riempire il carrello della spesa –

Prezzi oramai impazziti

Olio di semi di girasole, pasta e riso, sono i tre prodotti immancabili nel carrello della spesa degli italiani e sono anche i tre prodotti che, in percentuale, hanno subito l’aumento più importante. L’olio di semi di girasole, ad esempio, in sette mesi è più che raddoppiato (+106%) passando da un prezzo medio di 1,55 euro a 3,2 euro. Al secondo posto la pasta di semola di grano duro con il 31% di aumento, a gennaio erano sufficienti 1,38 euro per acquistarne un kg, oggi ne servono 1,82 euro.

Al terzo posto il riso passato da 1,65 a 2,06 euro, poco dietro si piazzano il burro con +27%, da 8,01 a 10,17 euro, seguito dal pane fresco al quinto posto con il 17% di aumento. “Questo dato, sottolinea la Coldiretti Toscana, “evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. E l’ansia da carrello è diventata una delle maggiori preoccupazioni per tutti”.

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