Le dure parole di Papa Francesco appena atterrato in Kazakistan per il suo trentottesimo Viaggio Apostolico, che nel suo primo discorso alle autoritĂ locali tuona ancora per il dramma ucraino invocando la pace.
Il Pontefice resterĂ nel Paese tre giorni, e in uno di questi emerge anche la possibilitĂ (remota) di incontrare il presidente cinese Xi Jinping.
âQui Giovanni Paolo II venne a seminare speranza subito dopo i tragici attentati del 2001. Io vi giungo nel corso della folle e tragica guerra originata dallâinvasione dellâUcraina, mentre altri scontri e minacce di conflitti mettono a repentaglio i nostri tempi. Vengo per amplificare il grido di tanti che implorano la pace, via di sviluppo essenziale per il nostro mondo globalizzatoâ.
Sono le parole pronunciate da Papa Francesco alle autoritĂ del Kazakistan, nella capitale Nur-Sultan, ex Repubblica sovietica situata nel cuore dellâAsia centrale, prima tappa della visita del Pontefice che durerĂ tre giorni in cui parteciperĂ al Congresso dei Capi delle religioni mondiali. Il suo intento è quello di ribadire il contributo delle religioni alla pace, nel solco dello Spirito di Assisi inaugurato da Giovanni Paolo II.
Nel primo discorso rivolto alle autoritĂ il Papa ha definito lo Stato asiatico âPaese dellâincontroâ e ha rinnovato il suo appello contro la guerra in Ucraina, invocando la presenza di leader capaci di generare un nuovo âspirito di Helsinkiâ, ovvero il documento con cui nel 1975si stabilĂŹ un quadro globale e inclusivo per la sicurezza e la cooperazione in Europa, siglato allâepoca dai capi di 35 Stati, tra cui i Paesi della Nato e del Patto di Varsavia insieme anche agli Stati neutrali e non allineati.
Le sue parole sono cosĂŹ risuonate nella gremita Qazaq Concert Hall di Nur-Sultan, centro per le arti dello spettacolo di circa 3 mila metri quadrati. Il Papa ha richiamato ai valori della democrazia e sottolineando il âruolo fondamentaleâ del Paese ânellâattenuare le conflittualitĂ â, sulla scia della visita compiuta da Giovanni Paolo II, che âvenne a seminare speranza subito dopo i tragici attentati del 2001â.
Un vero e proprio parallelo con la sua presenza nel Paese, inserita ânel corso della folle e tragica guerra originata dallâinvasione dellâUcraina, mentre altri scontri e minacce di conflitti mettono a repentaglio i nostri tempiâ, ha affermato.
âLa tutela della libertĂ , aspirazione scritta nel cuore di ogni uomo, unica condizione perchĂŠ lâincontro tra le persone e i gruppi sia reale e non artificiale, si traduce nella societĂ civile principalmente attraverso il riconoscimento dei diritti, accompagnati dai doveriâ, ha pronunciato il Papa, rimarcando il suo âapprezzamento, da questo punto di vista, per lâaffermazione del valore della vita umana attraverso lâabolizione della pena di morte, in nome del diritto alla speranza per ciascun essere umanoâ.
Tuttavia, ha ammonito il Papa, âè importante garantire le libertĂ di pensiero, di coscienza e di espressione, per dare spazio al ruolo unico e paritario che ognuno riveste per lâinsiemeâ. Bergoglio è giunto nel Paese come pellegrino di pace, alla ricerca di dialogo e di unitĂ contro le sirene della guerra e dellâastio da cui rischia di sorgere un terribile conflitto mondiale, come piĂš volte ha messo in guardia lo stesso Francesco.
Durante il volo di andata, rispondendo a una domanda del corrispondente del quotidiano cattolico francese La Croix che chiedeva conferme su un possibile incontro nei prossimi giorni con il presidente cinese Xi Jinping, in visita di Stato in Kazakhstan e Uzbekistan e domani a Nur-Sultan per incontrare il presidente Tokayev. In Uzbekistan, a Samarcanda, Xi vedrĂ infatti molto probabilmente Putin al summit dellâOrganizzazione per la cooperazione di Shanghai.
Bergoglio ha risposto di non avere notizie in merito al viaggio del presidente Xi, ribadendo tuttavia il suo desiderio e la sua disponibilitĂ ad effettuare un viaggio in Cina, come giĂ affermato in numerose altre occasioni, rimarcando il suo affetto per il popolo cinese e per Pechino. Verso cui, disse, partirebbe âanche domaniâ. âDi questo non ho notizie, ma sono sempre pronto ad andare in Cinaâ.