Meloni efficace, Letta monotono: l’analisi del confronto tra i leader

Secondo Libero, il segretario del Pd esce male dal confronto: in difficoltà su alleanze e idee, evoca solo il nome di Draghi

Il confronto tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta –

Un confronto serrato, duro e che ha visto i due leader confrontarsi su diversi temi. Il faccia a faccia tra il segretario Dem e la leader di Fratelli d’Italia, secondo l’analisi di Libero, ha avuto una sola trionfatrice: Giorgia Meloni. Letta è apparso monocorde, molle e glaciale e su alcuni temi si è contraddetto. Come quando parlando della Costituzione e agitando lo spettro che il centrodestra voglia modificarla, è stato incalzato dalla Meloni, che parlando di presidenzialismo ha ricordato le vecchie battaglie di D’Alema. Letta ha ammesso che il Pd ha modificato la Carta e la leader di Fratelli d’Italia ha replicato: “La Costituzione è quindi modificabile solo se la modificate voi”.

“Letta fermo e poco empatico”

Libero chiama in causa Eleonora Onorati, esperta di interazioni e linguaggio verbale e non verbale, developer Hce International, che spiega come la voglia di Letta, a fine confronto, di ribadire che ha usato toni cortesi e “senza nessuna mollezza”, sia stato un autogol. “Se senti di doverlo sottolineare significa che sei consapevole che è proprio quello il messaggio che trasmette alla gente”. L’errore è stato ammettere più volte di aver ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio per merito della “fortuna” e del “caso”. “L’ha ripetuto due volte, fortuna e caso. L’ha voluto far passare per come un bagno di umiltà, ma ha decisamente sbagliato, anche perchè i suoi detrattori lo accusano proprio di aver governato senza essere stato votato dagli italiani. Non è stata certo una scelta vincente”.

L’errore però – aggiunge Onorato – è che è stato monocorde, freddo, non ha mai cambiato tono di voce e qui ci si riaggancia alla mollezza, come detto da lui: ha cercato di nascondere quell’aspetto negandolo a parole, ma la strategia non ha pagato, perchè è sbagliato il ragionamento che sta alla base. Ad un certo punto ha detto che gli piace vedere la passione della gente e la pulsione. Ma non le ha trasmesse”.

“Meloni efficace autentica e comprensibile”

Giorgia Meloni ha convinto nel dibattito per il piglio pungente

Ad analizzare la prova di Giorgia Meloni per Libero, arriva l’analisi di Paolo Borzacchiello, scrittore di successo e massimo esperto italiano di intelligenza linguistica applicata alla comunicazione. “In un momento in cui l’italiano medio è spaventato, vedere più pathos che rigidità aiuta molto la Meloni, così come la sua variazione di toni. Nondimeno Letta guarda sempre la telecamera, mentre la Meloni eccede nella gesticolazione, nel toccarsi le mani e la camicia”, dice sulle pagine di Libero. “La scelta di Letta che anzichè controbattere, appare calmo, pacato e che addirittura dà ragione alla sua avversaria, non è un’idea straordinaria per affascinare l’elettorato ancora indeciso. L’ho trovato un pò moscio, mentre il piglio della Meloni paga in questa direzione”.

Un approccio animato, ma non arrabbiato, come nei comizi: “Una scelta che l’ha resa più rassicurante, in quanto non la priva del suo carattere ma allo stesso tempo è un passo apprezzato dagli elettori più moderati. Né questa minore aggressività l’ha fatta apparire meno autentica: anzi, la Meloni ha avuto reazioni genuine quando sono stati toccati argomenti che la toccavano dal vivo e ciò ne ha sottolineato la vivacità“. Inoltre la Meloni ha adottato “frasi più brevi, efficaci e comprensibili, a differenza del periodare troppo ampio, pieno di perifrasi, di Letta. Lei è meno pulita a livello linguistico, con il ricorso anche ad espressioni romanesche, ma si fa decisamente capire meglio dall’elettore medio”

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