Oltre a rinforzare la rosa per rimanere costantemente in Serie A, il club ha bisogno di rimodernare lo stadio. Il progetto c’è.
Via Giovanni Stroppa, dentro Raffaele Palladino. Il Monza cambia allenatore dopo il deludente avvio di stagione, con un solo punto dopo sei giornate, frutto dell’ultimo pareggio maturato al “Via del Mare” di Lecce. Domenica prossima, all’U Power Stadium”, arriva la Juventus, pure lei ferita e in crisi, per Petagna e compagni un appuntamento storico perché, per la prima volta in Serie A, a Monza arriva la Vecchia Signora. Ci si attende il sold out al vecchio “Brianteo”, con oltre 15 mila presenti. Già, il “Brianteo” che oggi è chiamato “U Power Stadium” per logiche commerciali e di sponsor.
Uno stadio con una storia particolare, mai davvero entrato nel cuore dei monzesi, molti dei quali rimasti affezionati al vecchio “Sada” o “San Gregorio” che ha ospitato la squadra fino alla stagione 1987-1988. Il “Brianteo” fu voluto con forza dall’allora patron del Monza, Valentino Giambelli e inaugurato – dopo un lungo iter durato quasi 10 anni – nell’agosto 1988, con la vittoria del Monza contro la Roma (2-1), in un match di Coppa Italia. Lo stadio, però, non ha mai convinto del tutto i tifosi biancorossi, anche per la sua conformazione: troppo piccole le curve e troppo grandi le tribune, tanto che quella “Est” nel 2001 viene chiusa, perché di fatto mai utilizzata.
I 20 mila posti dell’impianto vennero ridotti gradualmente, fino ad arrivare ai 10 mila delle ultime stagioni. Con la promozione in Serie A però ecco la riapertura della Tribuna Est e il ritorno a una capienza superiore ai 15 mila posti. Nei progetti del club, poi, c’è di arrivare alla copertura dell’impianto entro la stagione 2023-2024 e di avvicinare le curve al terreno di gioco. Un modo per incentivare le presenze allo stadio, per attirare nuovi spettatori, unito ovviamente ai risultati e al rafforzamento costante della squadra brianzola.