In un’intervista rilasciata a SkySport Uk il talento brasiliano ha raccontato le difficoltà della sua infanzia.
Gol all’esordio con la maglia del Manchester United, in risposta alle pressioni derivanti dal suo acquisto, costato ai Red Devils ben 100 milioni di euro. Antony sa cosa voglia dire la parola difficoltà, non si fa spaventare dal calcio, il pallone l’ha salvato, è stato il suo migliore amico, soprattutto nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, quando viveva in contesti molto complicati.
Dalla favela a Old Trafford: la storia di Antony
In un’intervista a Sky Sport Uk, il talento brasiliano dello United ha raccontato cosa ha voluto dire crescere nel centro di una favela: “Ero un ragazzino umile di una favela, che non aveva le scarpe per giocare a pallone, non aveva una camera e dormiva su un divano. Vivevamo al centro della favela, a venti passi da casa mia c’era un punto in cui era noto che spacciassero droga. A volte la domenica vedevo le partite e sentivo odore di cannabis che entrava. Ci sono stati momenti in cui con i miei genitori e i miei fratelli ci abbracciavamo e temevamo per la nostra vita. Altre, nel mezzo della notte, in cui la casa si allagava e dovevamo togliere l’acqua. Ma sorridevamo sempre”.
Il rischio di deviare dalla retta via, insomma, era altissimo, ma Antony ha sempre avuto un’idea fissa, un motore che l’ha spinto a non mollare, a puntare sempre e solo sul calcio: “Se non fossi diventato un calciatore? Non lo so, non c’ho mai pensato, ho sempre avuto questo obiettivo, diventare un calciatore e basta”. Del resto il talento è sempre stato dalla sua parte. Ten Hag l’ha voluto all’Ajax, poi ancora al Manchester United, senza mai mollare, pure quando i Lancieri sembravano irremovibili. Alla fine i 100 milioni sborsati dallo United hanno convinto l’Ajax, per la gioia di Antony che da subito ha fatto pressione pur di sbarcare in Premier League e a Old Trafford.