Arriva il piano della Commissione europea per risparmiare. Scatterà ad ottobre e sarà vincolante per i governi
Dal prossimo ottobre l‘Europa dovrà staccare un po’ la luce. Il taglio sarà lineare: condizionatori, lavatrici, lavastoviglie non potranno più funzionare – per chi aveva questa abitudine – tutte insieme. La Commissione europea infatti ha approvato il suo ultimo pacchetto d’emergenza per affrontare la crisi del gas. E il provvedimento principale riguarda i risparmi di energia elettrica: il 5 per cento nelle ore di punta e il 10 per cento complessivo nell’arco di un mese. Ma, come anticipato dal quotidiano La Repubblica, non ci sarà il tetto al prezzo del gas. Su questa misura l’accordo tra i 27 ancora non c’è e saranno i leader a decidere la strada da imboccare anche se a questo punto l’esecutivo europeo sta ora concentrando l’attenzione su un “price cap” generale e non limitato al metano russo. Stamattina la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, illustrerà le decisioni nel suo discorso al Parlamento europeo sullo “Stato dell’Unione” e lo farà in primo luogo appellandosi alla “unità” in questo momento delicato. E in una fase in cui la guerra in Ucraina sembra arrivata ad un momento di svolta. E forse non è un caso che nell’aula di Strasburgo sia stata invitata la “first lady” ucraina, la moglie di Zelensky.
In realtà i testi confezionati da Palazzo Berlaymont sono piuttosto ridimensionati rispetto alle aspettative iniziali. In un primo momento i commissari avevano sperimentato testi più ambiziosi, via via ridimensionati dalle proteste degli Stati. Oltre alla misura principale dei risparmi sui consumi elettrici (su cui ogni Paese potrà adottare elasticamente soluzioni nazionali), verrà introdotta una sorta di tassa sugli extraprofitti per le aziende attive nel settore energetico. Si tratta di un prelievo di solidarietà del 33 per cento calcolato sulla quota eccedente il 20 per cento degli utili imponibili registrati nell’ultimo triennio. I soldi ricavati da questa imposizione – come è accaduto anche in Italia – verranno utilizzati per sostenere famiglie e imprese, per alleviare le bollette.
Ecco la tassa di solidarietà del 33% sugli extraprofitti
Già il fatto che ci sia stato bisogno di questo vertice e che non sia stata scelta la procedura di approvazione rapida che si chiude con lo scambio di documenti scritti, fa capire che molti dei 27 già coltivano qualche dubbio su questo testo, già ridotto. È dunque probabile che le proposte della Commissione verranno riviste, in particolare quelle sui risparmi di elettricità. Perché le quote del 5 e del 10 per cento non trovano l’intesa piena. Le perplessità convergono sull’entità del risparmio, sulla obbligatorietà e sulle modalità con cui si potrà concretamente procedere alla riduzione dei consumi perché non tutti sono stati già dotati dei cosiddetti “contatori intelligenti” di nuova generazione. Poi c’è la partita sul tetto al prezzo del gas. Nel vertice del 30 settembre e nei due summit dei leader previsti a ottobre, la discussione si riaprirà.
L’idea di fissarlo solo sul metano russo è ormai tramontata: sarebbe inutile visto che Mosca ha bloccato le forniture. La Commissione sta lavorando su un “cap” generalizzato e concentrato sul gas trasportato via gasdotti. A Bruxelles su questo punto si è registrato non poca confusione (basti pensare che Ursula von der Leyen lo aveva pubblicamente annunciato) ma provocata in larga parte dalla Germania. Il governo “tricolore” di Berlino è infatti diviso su questo provvedimento. E il rinvio punta in primo luogo a persuadere definitivamente il Cancelliere Scholz che nel prossimo mese dovrà fare i conti sulle difficoltà del sistema produttivo tedesco a reperire energia. «Sul gas – dirà oggi la presidente della Commissione – serve un salto di qualità”