L’attacco de Il Fatto quotidiano a La Repubblica sul tema dei finanziamenti russi che in queste ore è emerso alle cronache nazionali. Ma oltre all’accusa ai partiti c’è anche il tema dei finanziamenti ricevuti dalle stesse testate giornalistiche direttamente dal Cremlino.
La domanda che il quotidiano diretto da Marco Travaglio rivolge al principale giornale della sinistra italiana è secca: “Quanti soldi avete ricevuto per l’inserto russo?”.
Il giornale fondato da Eugenio Scalfari e oggi diretto da Maurizio Molinari ha infatti pubblicato, tra il 2010 e il 2015, l’inserto di Russia Oggi. Subito dopo i russi avevano avanzato la stessa offerta al Sole 24 Ore, che però rifiutò. “Quanto ha incassato dai russi?”, è così la domanda del Fatto Quotidiano rivolge a Repubblica, dopo la polemica già iniziata nei giorni precedenti.
Con la sua solita ironia pungente, il Fatto non le manda a dire e sperona i colleghi con un editoriale di fuoco. “Troppo impegnata nella sua quotidiana caccia al putiniano d’Italia, ieri Repubblica non ha trovato il tempo di rispondere alla semplice domanda che le abbiamo rivolto da queste colonne”, scrive il quotidiano diretto da Travaglio.
Domanda molto diretta. “Quanto ha incassato dalla pubblicazione delle veline del Cremlino come suo allegato, visto che per 6 anni – dal 2010 a tutto il 2015 – un allegato prodotto e finanziato dal governo russo è uscito come inserto mensile del quotidiano romano?”. La questione non finisce qui ma prosegue in maniera puntuta.
“In attesa delle risposte dei diretti interessati, qualche curiosità ce la siamo tolta da soli. Alcune persone che lavoravano a Repubblica negli anni di Russia Oggi (poi Russia Beyond) confermano infatti quanto anticipato dal Fatto pochi giorni fa, riferendo cioè di avere avuto l’impressione che il rapporto tra il quotidiano e il Cremlino non si interruppe per una scelta ideologica, ma per una questione puramente economica“.
In sostanza, il Fatto sostiene che “i russi avrebbero provato a costruire un’intesa con Il Sole 24 Ore proponendo una dote da 1,5 milioni all’anno al quotidiano di Confindustria, che però avrebbe rifiutato”. Un’offerta che gli ultimi direttori del Sole hanno smentito, mentre però il Fatto afferma che “le tracce di quel tentativo sono ancora online, come dimostra una schermata, raggiungibile da una semplice ricerca su Google, che sovrappone i loghi del Sole e di Russia Beyond”.
Insomma, il tema è non solo legato alla ricezione o meno di questi fondi, ma all’opportunismo con cui in questo momento i media mainstream italiani stiano cercando di cavalcare un’inchiesta sui finanziamenti russi prodotta negli Stati Uniti che “inchioderebbe” quindi partiti politici, guarda caso impegnati nella campagna elettorale delle prossime elezioni. Salvo poi scoprire che gli stessi giornali che accusano i partiti sono i primi ad avere ricevuto questi stessi finanziamenti.