Spunta in rete un vecchio video del vicesegretario Pd che sta facendo molto discutere per i toni usati e soprattutto per i contenuti, tanto che il quotidiano Il Giornale lo ha definito un “sermone choc”.
Nell’intervento in questione, ex Ministro per il Sud e la coesione territoriale del Partito democratico, si lascia andare in considerazioni piuttosto controverse in cui afferma perentorio: “Imporremo il nostro pensiero…”.
Un intervento in cui, “pur di diffondere il verbo progressista a tutte le genti, Giuseppe Provenzano si era appellato addirittura alle Sacre Scritture”. “Aveva persino scomodato Gesù Cristo, improvvisando un’esegesi evangelica dai risvolti politici”, spiega il quotidiano diretto da Augusto Minzolini, citando “quel suo sermone pronunciato nel 2018 davanti alla platea del Pd” in cui “l’attuale vicesegretario dem aveva usato toni accalorati e parole che – riascoltate oggi – fanno ancora sobbalzare”.
Obiettivo: “imporre” il pensiero della sinistra
L’obiettivo che emerge dall’intervento dell’esponente del Pd, però, sotto certi aspetti non sembra avere molto di evangelico, anzi. Molto più facilmente potrebbe infatti ricordare tempi antichi in cui ideologie totalitarie e violente la facevano da padrone, imponendo il loro “credo” materialista e instaurando un clima ben poco irenico.
Si parla infatti di “imporre” il pensiero della sinistra una volta diventati classe dirigente del Paese. “Mi ricordo sempre quel passo del Vangelo in cui Gesù dice: Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”, diceva Provenzano, per aggiungere però che “la lotta non la dobbiamo fare all’interno ma con quegli altri, la dobbiamo fare fuori. Questo è quello che siamo chiamati a fare”.
Prima di invitare i suoi a un impegno. “Guardate quello che c’è fuori, non quello che c’è dentro. Così diventeremo classe dirigente, così riusciremo a imporre le cose che abbiamo in mente. Così riusciremo a essere capi politici, tutti!”. Parole che in queste ore sono tornate a galla sui social e che stanno facendo discutere, se non altro per il fatto che “la sinistra che già allora voleva imporre la propria dottrina politica è infatti la stessa che oggi si strappa le vesti ed evoca il pericolo dell’autoritarismo in riferimento all’ascesa di Giorgia Meloni”, spiega Il Giornale.
Che sbertuccia ironico la sinistra italiana: “È la medesima che fa le pulci alla leader Fdi e parla di nuove Stalingrado per far “sputare sangue” al centrodestra. Ma in questo caso nessuno si indigna. Se a voler “imporre” il loro pensiero come classe dirigente sono i progressisti, allora non c’è problema. Anzi, è cosa buona e giusta”.