La campagna elettorale di Matteo Salvini prosegue tra comizi elettorali, diete e chilometri macinati a stringere mani e salutare elettori, in quello che sembra il vero habitat del leader leghista.
Lo spiega il Corriere della Sera ponendo l’attenzione sull’impegno fisico messo dal leghista per incontrare, faccia a faccia, su e giù per l’Italia gli elettori della Lega a trazione salviniana. Un impegno che però i sondaggisti sottolineano non essere del tutto appagato, visto lo stato di perdita di consensi che ricorda più che l’exploit del suo partito, registrato solamente pochi anni fa, la parabola di qualche tempo prima dell’allora segretario del Partito democratico Matteo Renzi.
Questo il resoconto della campagna salviniana offerto dal quotidiano di Via Solferino: “Arriva l’agognato momento caffè, non l’ultimo della giornata, sul lato opposto della strada. Anna Cisint, la sindaca di Monfalcone, gli mette in mano una cartelletta con dentro una proposta di legge sui ricongiungimenti familiari. «Accogliere solo chi è in grado di mantenere e di mantenersi». Mi sembra puro buon senso, dice lui, usando una espressione sulla quale esercita da anni il monopolio. Sotto una pergola all’ombra, conversa con assessori e sindaci. Racconta della visita a Modica e gli chiedono se ha mangiato la celebre cioccolata. «Ma non lo vedete che metto il Dietor nella tazzina? Sono a dieta stretta, anche la mia fidanzata mi dice che se voglio stare al governo devo dimagrire…»“.
Matteo Salvini in campagna elettorale: la vocazione del leader leghista alla folla
Solo un piccolo scorcio rispetto a un imponente lavoro fisico del segretario leghista, che mette in luce la sua “vocazione” alla folla, nonostante le difficoltà del suo partito, ormai appaiato al terzo posto e insidiato dai 5 Stelle di Giuseppe Conte. Continua il Corsera: “La folla è il suo ambiente naturale. Il segretario leghista ci mette una fisicità che non ha nessun altro politico italiano. Una signora che si dichiara madre di cinque figli lo avvicina per un selfie. Lui chiede di salutare tutti i ragazzi, dal primo all’ultimo. «Buona vita ragazzo» augura a ognuno di loro dandogli il cinque con la mano. Un vecchio militante in camicia verde sudato fradicio lo abbraccia, lui lo stringe ancora più forte. «Ottant’anni non sono niente, sei un ragazzo anche tu». A quota cento abbiamo fermato la conta dei selfie a cui si sottopone”
Non importano insomma i contenuti, ma il suo esserci, all’interno di una comunicazione politica sempre meno ragionamento e approfondimento e sempre più talent, con al centro i sentimenti, le emozioni, persino la fisicità. in una lingua metapolitica e comunicativa che sembra sempre più diventare quasi il vero contenuto delle elezioni. Chiosa infatti il quotidiano diretto da Luciano Fontana: “L’aspetto più importante del suo modo di stare tra la gente è questo darsi in modo così convinto e corporeo, che poi è la maniera per dire sono uno di voi, uno come voi”.