Un report degli 007 Usa parla di 300 milioni di dollari di sovvenzioni ai partiti europei. Il Pd ne approfitta per attaccare Lega
A dieci giorni dal voto, scoppia, in piena campagna elettorale, la mina dei fondi russi. Un report dell’intelligence americana fa sapere che dal 2014 a oggi la Russia avrebbe finanziato con 300 milioni di dollari partiti e candidati in oltre 20 Paesi in Europa, Africa e Sud Est Asiatico. Il messaggio è stato inviato lunedì dal segretario di Stato Antony Blinken a consolati e ambasciate Usa di tutto il mondo. Che ci fossero influenze straniere, scrive Libero, in particolare russe, sulle vicende politiche di vari Paesi, Italia compresa, era noto. Lo stesso Copasir, prima dell’estate, aveva commissionato un approfondimento sul ruolo di giornalisti e opinionisti. Così come era noto – lo scrisse Libero, in un articolo firmato da Fausto Carioti, il 5 giugno scorso – che gli 007 di Paesi stranieri, da quelli russi a quelli americani, stavano guardando con particolare attenzione alle vicende politiche italiane, cercando in vari modi di indirizzarle o di usarle in una lotta tra intelligence. Ma il report fa un salto in più, lanciando accuse precise, anche se non nomina l’Italia. Insomma, ce n’è abbastanza perché scoppi la bufera che, effettivamente, è subito scoppiata.
Adolfo Urso, presidente del Copasir, che si trova proprio negli Usa per una serie di colloqui, di prima mattina, collegato su Rai3, precisa che “al momento non esistono notizie che riguardano il nostro Paese in questo dossier“. Anche se, più tardi, ha aggiunto che, se per ora l’Italia non è coinvolta, “le cose possono sempre cambiare“. Detto questo, il presidente del Copasir ha riconosciuto che “l’ingerenza straniera esiste, Cina e Russia cercano di delegittimare e sottomettere la nostra democrazia“. E ha aggiunto di volerne parlare con i responsabili dei Servizi americani, chiedendo chiarimenti. Ma chi sono i partiti che la Russia avrebbe finanziato? Subito è partita la caccia alle streghe. Con due indiziati: FdI e Lega.
FdI: “Noi coinvolti? Forniscano le prove, altrimenti quereleremo…”
A puntare il dito contro il partito in pole position per arrivare a Palazzo Chigi è stato un ex ambasciatore americano, Kurt Volker, su Repubblica: anche FdI, ha detto, avrebbe ricevuto aiuti da Mosca. “O forniscono le prove“, è stata la risposta del partito di Giorgia Meloni che poi rincara “o saremo costretti a querelare. E siccome le prove non ci sono la querela è inevitabile“. Per Matteo Salvini è “strano” che “a dieci giorni dal voto arrivino queste fake news, sono dieci anni che ci sono inchieste e non hanno mai trovato nulla perché non c’è nulla“. Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, ha chiesto che “i nomi dei partiti e dei politici che hanno ricevuto finanziamenti da Putin vengano resi pubblici prima delle elezioni del 25 settembre“.
Stessa richiesta cavalcata da Roberto Speranza: “Se le nostre forze politiche li hanno ricevuti, gli italiani devono sapere“. Enrico Borghi, Pd e membro del Copasir, ha proposto di convocare subito l’orgnismo parlamentare che vigilia sui Servizi segreti e si è rivolto alle autorità statunitensi per chiedere che rendano “noti i paesi europei eventualmente coinvolti, e i soggetti oggetto di tale attività russa“. Anche Enrico Letta ha chiesto che “si faccia chiarezza nelle sedi opportune”.