Le dichiarazioni pre gara del tecnico, l’incapacità di reagire in campo: ora la società rimborsi i tifosi
Cinque gol subiti, altre quattro occasioni nitide concesse, e un atteggiamento rinunciatario evidenziato sin dai primi minuti e che rimasto tale fino alla fine. Anche di fronte alle prese in giro, ai colpi di tacco, e agli olè del pubblico. La Lazio cade in Danimarca sotto i colpi di un avversario nettamente più debole, ma capace di interpretare nel modo giusto la partita.
I biancocelesti di Maurizio Sarri scrivono una delle pagine più buie della storia europea del club. Mai la Lazio era stata protagonista di un atteggiamento così rinunciatario e remissivo in tutta la tua storia internazionale. Anche di fronte a debacle (Lens, Tenerife, Valencia, Salisburgo), c’era sempre stata una minima reazione. Un piccolo moto di orgoglio. Stavolta neanche l’ombra. Un epilogo che sembrava scontato dopo la conferenza stampa di ieri del tecnico biancoceleste.
Sentire Sarri alla vigilia di una gara internazionale parlare di “necessità di sopravvivere”, ha dato la reale dimensione di come questa sfida sia stata preparata nel quartier generale biancoceleste. Anche lo scorso anno la squadra era stata protagonista di alti e bassi e già in diverse occasioni il tecnico aveva manifestato una sorta di idiosincrasia nei confronti delle gare infrasettimanali. Ma la Lazio di quest’anno, uscita rafforzata (numericamente e qualitativamente) dal mercato, è stata strutturata per poter reggere il doppio impegno settimanale. Dare ai propri calciatori la sensazione che l’impegno europeo sia più un peso che è una possibilità, è un errore gravissimo.
Lazio, la pagina più buia della storia recente
Ma le parole, seppur poco comprensibili, dell’allenatore non possono giustificare l’atteggiamento in campo della squadra: svogliata, apatica, senza mordente e con la prosopopea di chi pensa di poter fare un sol boccone dell’avversario. La fotografia perfetta dell’atteggiamento dei calciatori e ciò che è accaduto in occasione del secondo calcio di rigore a favore Mjydtjlland: dopo la corta respinta di Provedel, nessun laziale si è sentito in dovere di correre incontro al pallone per ribattere, mentre due giocatori del club danese erano pronti a ribadire in rete. Da una parte una squadra scesa in campo con la bava alla bocca, dall’altra 11 calciatori convinti della propria (presunta e mai evidenziata) superiorità.
La Lazio di Sarri, di Immobile, di Milinkovic-Savic, di Luis Alberto, ha scritto la pagina più buia della recente storia biancoceleste. Proprio nel giorno in cui la società riapre la campagna abbonamenti. La stessa società che ora avrebbe il dovere di risarcire i 200 tifosi che hanno raggiunto la Danimarca e che hanno assistito dal vivo a questo scempio.