Alluvione+Marche%2C+l%26%238217%3Bapocalisse+nella+notte.+Il+racconto+dalle+aree+colpite
notiziecom
/2022/09/16/alluvione-marche-apocalisse-nella-notte-racconto/amp/
Cronaca

Alluvione Marche, l’apocalisse nella notte. Il racconto dalle aree colpite

Published by
Francesco Gnagni

“La natura che si ribella….”. Questo uno dei refrain più comuni, incontrando per le strade le popolazioni colpite dall’alluvione nel marchigiano, nella disperata ricerca di trovare un ordine a una situazione che per il momento mostra solamente caos e preoccupazioni.

In molti comuni dell’anconetano e del pesarese in queste ore si sta lavorando per cercare di salvare quello che resta di una nottata da incubo.

Sassoferrato (photo web source)

Nei comuni del circondario è arrivata l’eco, lontana ma nemmeno troppo, della tragedia che molti stavano vivendo e osservando dalle finestre delle proprie abitazioni, impotenti di fronte al da farsi. Blackout totale per tutta la notte, in alcuni casi ancora il giorno dopo manca la corrente. Nei paesi maggiormente colpiti, però, a un certo punto è sembrata scendere in terra l’apocalisse.

L’apocalisse nella notte

Automobili che fluttuavano sulla piena che in alcuni tratti ha superato l’altezza deli ponti, fiumi di fango e detriti nelle piazze principali e nel centro storico, abitazioni che imbarcavano acqua, in alcuni casi anche fino al secondo piano. I dati degli esperti meteorologici sostengono che in una notta sia caduto un quantitativo di pioggia pari a quello che generalmente viene prodotto in un intero inverno, “sei mesi di acqua in un pomeriggio”, dopo mesi di siccità totale. Fino a poche ore prima gran parte dei fiumi erano ancora asciutti, e stava appena terminando l’emergenza idrica che si era protratta per tutta l’estate.

Stamattina le popolazioni si sono svegliate riversandosi in strada, cercando di spazzare i garage, le cantine, in alcuni casi i salotti e le camere poste a piano terra, cercando di fare il conto su quanto rimasto intatto e quanto, invece, andato distrutto. A Sassoferrato, Cantiano, Ostra, molte famiglie si trovano sfollate, le loro abitazioni abbandonate al destino, o meglio al torrente, nell’attesa di metterci nuovamente piede.

Cagli

La piazza di Cantiano, piccolo comune del pesarese nel confine con l’Umbria, è ormai una grande vasca di acque e fango, dopo che ieri sera le macchine galleggiavano tra gli alberi secolari ormai crollati. A Cagli, nell’Arena di Sant’Emidio deputata a eventi e concerti, un’intera famiglia di giostrai, che da alcune settimane aveva lì posizionato il luna park itinerante, ha rischiato di ritrovarsi annegata. A Sassoferrato molti sono dovuti correre fuori dalle proprie case nel pieno della notte, accolti in situazioni di fortuna dalle istituzioni pubbliche, dalla Protezione Civile e dalla Caritas. Come anche a Senigallia, dove il fiume Misa ha straripato invadendo le vie più trafficate, fino al centro storico. Qui la Caritas ha accolto 90 persone sfollate nei propri locali, mentre l’acqua è arrivata fino a tre metri di altezza prima che il fiume rientrasse nell’argine, intorno alle 5.30.

La conta delle vittime e dei dispersi

Nel frattempo si diffonde ora dopo ora la conta delle vittime, arrivate ad undici. A Pianello d’Ostra, in provincia di Ancona, sono venuti a mancare Fernando Olivi, ultraottantenne, Diego Chiappetti di 52 anni, e padre e figlio Giuseppe Tisba, 65 anni, e Andrea Tisba di 25 anni, rimasti intrappolati nel palazzo dove ha sede anche l’ufficio postale del paese. Il corpo di un uomo che è stato travolto dall’acqua mentre era a bordo della sua auto è stato ritrovato a Bettolelle, una frazione del comune di Senigallia.

Senigallia (Ansa)

Diversi gli anziani salvati dalle loro abitazioni, rimasti senza luce e senza acqua, con gommoni o vere e proprie imbarcazioni di necessità. Negli ospedali si registrano “afflussi importanti”, ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini. Tra queste, “persone che presentano forme di ipotermia, perché sono state in acqua per diverso tempo, e fratture da caduta”. Il numero di feriti che si registra del primo pomeriggio del giorno seguente è pari a una cinquantina.

Poi ci sono i dispersi, tra cui un bambino di otto anni strappato dalle braccia della madre, e a quel punto la commozione sale agli occhi nel sentire i racconti e gli echi lontani di quella triste vicenda. La madre è stata salvata dai vigili del fuoco, a Castelleone di Suasa, a due passi dal borgo di Corinaldo. Era in viaggio in macchina, con il figlio, e sono riusciti a scendere dal veicolo un secondo prima che il fiume in piena li travolgesse. È stata ritrovata viva aggrappata a un albero, ma del bambino non ci sono ancora tracce.

La protezione civile sta scandagliando il Nevola alla ricerca del bambino”, sono le parole del sindaco di Castelleone Carlo Manfredi. “La situazione è apocalittica e per ora non possiamo attraversare la vallata”. Gran parte delle strade sono infatti per ora chiuse, come anche le scuole in diversi comuni come Sassoferrato e Cantiano, dopo che nella notte probabilmente alcuni studenti si divertivano a diffondere falsi comunicati dei Comuni meno colpiti in cui si diceva che anche lì avrebbero chiuse le scuole. Non c’era ancora alcuna percezione del dramma che stesse arrivando, improvvisto e imprevisto, prima che la Regione Marche dichiarasse lo Stato di emergenza.

Pianello d’Ostra (Ansa)

“Il dolore per quanto accaduto è profondo ma la comunità marchigiana è forte e saprà reagire”, ha scritto su Facebook il Presidente di Regione Francesco Acquaroli, dopo avere ricevuto le chiamate del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e del Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Il pensiero va alle persone scomparse e alle loro famiglie, a cui esprimo cordoglio e vicinanza”.

Published by
Francesco Gnagni