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Sport

Dichiararsi gay è più facile nel calcio femminile che maschile

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Mauro Simoncelli

Gli ultimi coming out provenienti dalla FA Women’s Premier League, rilanciano il solito quesito sulla difficoltà di dichiararsi nel calcio maschile

Beth Mead, Star della Nazionale Inglese di calcio, ha parlato apertamente della sua sessualità e rivela la sua relazione con la compagna di squadra dell’Arsenal, Vivianne Miedema, i nuovi Posh Spice e David Beckham del mondo lesbo.

Beth Mead, attaccante della nazionale inglese – Ansa foto

Anche se molti steccati sono stati abbattuti, e molti tabù sono stati infranti, resta ancora molto lunga la strada nel mondo dello sport, soprattutto nel calcio, per l’integrazione totale di chi si dichiara gay, ecco perché, ancora in tanti, non hanno il coraggio di dichiararsi apertamente.

Resta ancora lunga la strada per superare il tabù

La calciatrice inglese Beth Mead, candidata UEFA Women’s Player of the Year, ha parlato apertamente della sua sessualità rivelando di avere una relazione sentimentale con la compagna di squadra dell’Arsenal, Vivianne Miedema. L’attaccante della Nazionale inglese, stella del trionfo dell’Inghilterra a UEFA Women’s EURO 2022 e per questo eletta miglior giocatrice oltre che capocannoniere del torneo, in un’intervista con Sky Sports, riconosce che è più difficile per gli uomini fare coming out perché c’è una “differenza culturale”. La star dell’Arsenal ha detto di aver lottato a lungo con la sua sessualità, ma ora è fiduciosa di aprirsi sull’argomento. “Non mi sono mai dichiarata dicendo di essere lesbica. Ho solo messo la foto con la mia ragazza sui social”, le parole di  Beth Mead, “Ho cercato di renderlo normale piuttosto che fare una dichiarazione. Ovviamente per gli uomini è ancora problematico in questo momento”.

Megan Rapinoe sempre in prima fila per difendere i diritti della comunità LGBTQ – Ansa foto

Impegno sociale per far accettare una cosa “normale”

Non è la prima volta che in campo femminile molte atlete trovano il coraggio di dichiararsi omosessuali, l’icona del movimento LGBTQ è stata per anni  Megan Rapinoe, la fuoriclasse della Nazionale statunitense di calcio. Celebre anche la dichiarazione di amore incondizionato da parte delle giocatrici del Chelsea Pernille Harder e Magdalena Eriksson, che non hanno mai nascosto nelle loro dichiarazioni di aver trovato il coraggio di uscire allo scoperto proprio grazie all’impegno profuso dalla calciatrice americana “Tu per noi sei un esempio”, confessano alla Rapinoe le due giocatrici del Chelsea, “in campo come nella vita fuori dal campo. Riesci sempre a dire la cosa giusta e sai come esprimerla nel migliore dei modi”. Tra gli uomini tutto questo è estremamente difficile e complicato per gli enormi pregiudizi che accompagnano la questione, di quanto l’ambiente influisca sulla libertà di fare coming out e vivere serenamente la propria identità. E, del resto, come biasimare tali timori? Sono fondati su prove tangibili, evidenti e ripetute negli anni: quanti episodi di discriminazione a sfondo queerfobico si sono verificati nella storia del calcio maschile? Innumerevoli. Sia dal lato dei tifosi, sia nell’ambiente chiuso degli spogliatoi. E questi sono solo la parte visibile dell’iceberg, che lascia ipotizzare un fondo sommerso spaventosamente esteso.

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Mauro Simoncelli