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Cronaca

“Sono un latitante”: il rapper si costituisce in diretta sui social ed è boom di like

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Francesco P

Il rapper Nicholas Lo Presti si costituisce in diretta: “Sono latitante, mi sto consegnando”, e filma tutto per i fan.

“Tanto ritornerò”. Termina così la registrazione del rapper Nicholas Lo Presti, che ha scelto di consegnarsi nella caserma dei Carabinieri.

Rapper arrestato dai Carabinieri si filma in diretta (AnsaFoto)

Lo ha fatto spettacolarizzando il tutto con un video in diretta che ha fatto il boom di like da parte dei fan, e in meno di un minuto ha raccontato con le immagini il momento in cui si è consegnato ai Carabinieri di Melegnano, in provincia di Milano. Occhiali da sole, capelli biondi e la richiesta di essere preso in custodia. “Sono un latitante” ha affermato dopo aver bussato al citofono e aver fornito nome e cognome.

Lo Presti secondo quanto riferito da Il Cittadino di Lodi, era ai domiciliari dall’agosto del 2020. Fu infatti arrestato insieme ad un amico a Gallipoli con l’accusa di aver trasferito sostanze stupefacenti da Milano nel famoso centro turistico salentino. In casa fu trovato poi un grosso quantitativo di hashish e due pistole. Circa una settimana fa Lo Presti si era presentato in ospedale per un problema causato alla caviglia dal bracciale elettronico per poi sparire nel nulla. A svelare tutto è stato lui stesso in un video, preso d’assalto dai followers.

Nico Lo Presti si costituisce in diretta

Il rapper nel video in cui si costituisce (screenshot TikTok)

Il giorno successivo alla richiesta di cure i Carabinieri si sono presentati a casa di Lo Presti con un nuovo braccialetto elettronico ma il 29enne era sparito. Nel video pubblicato però il rapper si è recato davanti alla caserma e dopo aver suonato al citofono ha dichiarato di essere un “latitante che si è consegnato alle autorità”. Poi il dito medio, la richiesta di completare il video, e quel “tornerò” prima di essere arrestato. Il risultato? Circa 800 mila visualizzazioni per il video ma anche l’arresto da parte degli agenti milanesi che poi lo hanno portato nel carcere di Lodi.

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