Dopo un inizio di stagione tutt’altro che promettente, anche l’allenatore dei bianconeri è finito al centro delle critiche.
Per ora non rischia, ma deve correre ai ripari e cambiare marcia. Massimiliano Allegri e la Juventus si leccano le ferite dopo la sconfitta patita in Champions contro il Benfica. Il k.o. ha lasciato scorie evidenti, soprattutto per le modalità con cui è arrivato. La Juve è stata dominata per larghi tratti dai portoghesi e le occasioni avute nel finale sono state frutto del caso, piuttosto che del gioco. Nella giornata di ieri, alla Continassa, non c’è stato un confronto serrato e d’urgenza, ma un normale colloquio voluto dai dirigenti come accade dopo ogni sconfitta.
Al momento quello che trapela dal quartier generale juventino è che Allegri non è a rischio esonero, anche perché legato da un contratto lungo (2025) e ricco (7 milioni a stagione, più bonus) ai bianconeri. Ovvio, però, che col Monza servano risposte immediate e che in caso di sconfitta – con la sosta alle porte – le riflessioni sarebbero più profonde. La società vuole una scossa, conosce le difficoltà che sta incontrando il tecnico, soprattutto a causa degli infortuni, ma la debacle europea, che mette a serio rischio la qualificazione agli ottavi con conseguente danno economico, non può lasciare indifferenti.
La Juventus deve reagire, deve dimostrare di essere squadra e di avere un’identità, cosa che per ora è mancata. Ad Allegri si chiedono progressi sul piano del gioco, perché quanto mostrato finora è deludente, lontano anni luce da quelle che erano le aspettative in fase di preparazione. Manca il gioco e sembra mancare pure la condizione, la Juve va a sprazzi, gioca 20-30 minuti, poi tende a spegnersi. Il discorso è fisico o mentale? La Juve corre poco o corre male? Le risposte, almeno le prime, le darà già il Monza domenica, crocevia che diventa già fondamentale nel travagliato avvio di stagione di Allegri e della Juventus.