Una famiglia è totalmente sotto choc per i continui abusi che il nonno faceva su due bambine. Sono state loro a raccontarlo
Una di quelle storie che lasciano atterriti, ma che lasciano anche tanta rabbia. Affidava le figlie alle persone di cui si fidava di più, nel luogo più sicuro e controllato. Al piano di sopra nello stesso palazzo del suo appartamento, nella casa della nonna e dello zio delle bambine. Mai, scrive e riporta il CorSera, avrebbe potuto pensare che fosse in pericolo, mai avrebbe potuto pensare che un uomo per anni ha abusato delle ragazze e che il violentatore era delle sue vittime fratello, zio delle vittime. C’è un doppio dramma nella scoperta fatta da una donna di Roma quando la più piccola delle bambine, che oggi ha 10 anni (l’altra 14), le ha confidato: “Zio mi tocca come fa con mia sorella“. Uno choc accompagnato da incredulità. La speranza di un equivoco è poco.
Salita a casa del fratello, l’uomo ha confessato. Poi davanti agli inquirenti ha detto: “Ero posseduto da Satana“. Ha 50 anni, è stato denunciato tramite l’ avvocato Vittoria Santoro e arrestato. Ora si trova a Regina Coeli dopo che il giudice ha respinto anche la richiesta di applicazione del braccialetto elettronico per lasciare il carcere. Troppo alto il rischio di reiterazione del reato, anche un’amichetta della sorella più grande era stata oggetto delle sue attenzioni. La scoperta degli abusi risale a maggio, l’arresto a fine agosto. Le due sorelle sono state sentite in audizione protetta risultando credibili e coerenti l’una con altra nei rispettivi racconti.
Ha ammesso gli abusi, “Non ero in me, ero un’altra persona”
Nel fascicolo del pm Maria Gabriella Fazi manca ora l’ultimo tassello, capire se e quanto sapesse la nonna delle bambine, nella cui casa il 50enne vive mantenendosi con l’affitto di alcuni appartamenti. Gli abusi più grande delle aveva due sono cominciati quando lei 6 anni e proseguiti fino a un anno fa circa quando lei ha iniziato a trovare la forza di opporsi. Lui la costringeva a pratiche sessuali prima sotto forma di “gioco” o in cambio dell’uso del wi-fi, poi ricattandola al silenzio con la minaccia di farle “fare brutta figura“, infine circuendola con rassicurazioni del tipo “Non è stupro, ma una forma affettiva” e “l’amore è amore“. In casa l’uomo aveva dadi con le posizioni sessuali da far assumere alla bambina e cartoni animati a sfondo pornografico.
Lo stesso trattamento aveva a ricevere la sorella minore dall’età di sei anni, mentre lui entrava in camera per “aiutarla” a fare i compiti o per guardare un film assieme. La sorella maggiore si è aperta a parlare di quello che ha finalmente finalmente quando una sua amica, che era andata da lei a studiare, si è lamentata dei messaggi equivoci che aveva preso a inviarle l’uomo. “Chiedo perdono per il male che ho fatto – ha detto nel suo interrogatorio – sto malissimo per questo ma non volevo, ma era come se fossi un’altra persona, non mi rendevo conto. Avrei dovuto ammettere la pazzia anni fa“. Nel suo passato ci sarebbe una prescrizione per il ricovero in una struttura di salute mentale. “Avrei dovuto ammettere la pazzia anni fa».