Elezioni, -7: il termometro politico: ecco chi sale e chi scende

Tra una settimana gli italiani saranno chiamati alle urne: ecco la situazione alla vigilia di un voto molto atteso: chi sale e chi scende?

Manca una settimana alle urne e, a meno di clamorosi e inaspettati ribaltoni, è facile delineare lo stato di salute di tutti i partiti italiani. Chi ha condotto la campagna elettorale in modo lineare. Chi ha tentato di recuperare terreno dopo una falsa partenza; chi ha puntato solo sull’attacco agli avversari e chi ha cercato in ogni modo di creare alleanze, anche con partiti e personaggi dal pensiero diametralmente opposto, pur di ottenere un consenso.

Centrodestra: punti di forza e criticità

Giorgia Meloni

Il centrodestra si trova in una situazione di forza. Sin dai primi sondaggi il vantaggio sul resto degli avversari è stato certificato. Fratelli d’Italia sfiorerebbe il 25 %, in aumento rispetto alle ultime valutazioni. Numeri importanti, ma che non dovrebbero far modificare troppo la forbice elettorale. Il partito della Meloni (candidata alla Presidenza del Consiglio), ha infatti guadagnato consensi a scapito degli alleati: la crescita di Fratelli d’Italia è stata infatti legata al calo della Lega e di Forza Italia. A premiare Fratelli d’Italia, nonostante gli attacchi arrivati ovunque, è stata la coerenza con la quale è stata portata avanti tutta la campagna elettorale e, particolare di non poco conto, la certezza di aver mantenuto una linearità di fronte al Governo precedente. Mentre Forza Italia e Lega facevano parte della coalizione che appoggiava Draghi, per poi uscirne, Fratelli d’Italia non ha mai cambiato idea. Il centrodestra viaggia verso il successo. Ma, come hanno confermato politologi ed esperti, il difficile per Giorgia Meloni, dovrebbe arrivare dopo il voto: mantenere infatti unita la coalizione su temi in cui si inizia già a scricchiolare (scostamento di bilancio, sanzioni alla Russia), può rappresentare uno scoglio molto duro.

Centrosinistra: i punti di forza e le criticità

La campagna elettorale portata avanti da Enrico Letta è stata dura e ricca di difficoltà: prima la speranza (seppur mai annunciata ufficialmente) di convincere Draghi a candidarsi, poi il tentativo di coalizione con Calenda. Il segretario del Pd ha incassato colpi molto duri, dai quali ha cercato di uscire con disinvoltura. Nei sondaggi il Partito Democratico resta fermo tra il 21 e il 22%, segnale di una fiducia nel proprio elettorato che è rimasta alta. Il problema è stata l’incapacità di fare breccia nel cuore degli indecisi e l’incertezza (alimentata dai vari tentativi di coalizione) di un vero e proprio programma univoco. Pesano anche alcune scelte impopolari, come la candidatura di Crisanti, inviso a molti per le sue prese di posizioni durante la pandemia. Dubbi anche sull’alleanza con Fratoianni, che ha sempre assunto posizioni diametralmente opposte a quelle di Letta su diversi punti strategici.

5 Stelle: punti di forza e criticità

Giuseppe Conte sta guidando la rimonta del Movimento 5 Stelle, che nelle ultime settimane ha scalato diverse gerarchie. I sondaggi attribuiscono ai grillini una forbice tra il 12 e il 14 %: voti che, secondo molti, sarebbero stati sottratti alla Lega. Conte ha puntato con forza, e continua a farlo, sul reddito di cittadinanza: non è un caso che il suo partito ha fatto registrare un vero e proprio boom al centrosud, dove il leader è stato accolto come un  re. I 5 Stelle possono contare su uno zoccolo duro forte e rappresentativo. I pericoli per Conte arrivano più dall’interno che dall’esterno, con le diverse correnti interne, spesso protagoniste di scissioni e scivoloni. Da chiarire poi alcune posizioni strategiche, come quella sul rigassificatore.

Il terzo polo: punti di forza e criticità

Calenda e Renzi formano a tutti gli effetti il terzo polo che, secondo gli obiettivi rappresenterebbe un’alternativa al centrodestra e alla coalizione di centrosinistra. Ma una volta chiuse le elezioni, che tipo di accordi cercheranno di ottenere? Si uniranno a qualcuno, cercando con i propri numeri di far cadere o rafforzare una coalizione, o rimarranno una forza alternativa a chiunque si siederà sulle poltrone del Governo? Ad oggi i sondaggi indicano che la coppia Calenda-Renzi si assesti intorno al 7%. Che ruolo giocheranno? Ad oggi Azione e Italia Viva continuano a ipotizzare un ritorno di Mario Draghi e la continuazione dei progetti portati avanti dal precedente Governo. Ma avrà senso ancora ipotizzare una nuova legislatura caratterizzata dalle larghe intese?

Gli altri

Gianluigi Paragone (Ansa Foto)

“Ad oggi il partito degli indecisi rappresenta un buon 40%”. Così ai nostri microfoni il sondaggista Mannheimer aveva spiegato l’importanza di chi, ad una settimana dal voto, non ha ancora le idee chiare. Dove finiranno questi voti? Potrebbero anche andare ai partiti più piccoli, che stanno sgomitando per avere posto in Parlamento e superare la fatidica soglia? Tra questi c’è Italexit di Paragone che sfiorerebbe il 3%. Sulla stessa linea anche Verdi e Sinistra, che oscilla tra il 3 e il 3,5 per cento.

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