In occasione dei funerali della Regina Elisabetta sono stati invitati ben 500 capi di Stato e dignitari stranieri che sono pronti a raggiungere Londra per dare l’ultimo saluto alla 96enne scomparsa il giorno 8 settembre. A non ricevere l’invito, però, Mosca: tanto è vero che non sono mancate le polemiche in merito
Sono attesi ben 500 capi di Stato per dare l’ultimo salito alla Regina Elisabetta, deceduta giovedì 8 settembre nella sua dimora scozzese di Balmoral. Tra coloro che sono stati invitati figura anche il nome del presidente degli Stati Uniti D’America, Joe Biden. Tanto è vero che quest’ultimo è arrivato già nel Regno Uniti da qualche ora. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è atteso nella capitale. Tra coloro che non sono stati invitati figura il nome di Mosca.
Inevitabile dopo quello che sta accadendo in Ucraina. Questo gesto è stato visto come un vero e proprio affronto. In merito a questo avvenimento non sono mancate assolutamente le polemiche. A voler dire la sua ci ha pensato direttamente la portavoce del ministero degli Esteri della capitale russa, Maria Zakharova. Queste sono state alcune delle sue parole: “Si tratta di un tentativo per strumentalizzare una tragedia nazionale a scopi geopolitici e contro il nostro paese“.
Tra i paesi che non hanno ricevuto l’invito troviamo l’Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela. Da Mosca non hanno fatto mancare le frecciatine in merito a questa esclusione. La decisione da parte del governo di Liz Truss è stata commentata come un qualcosa di “immorale” e addirittura “blasfema”.
Come riportato in precedenza, però, era inevitabile visto che i rapporti non solo tra i due paesi, ma con il resto del Continente, sono peggiorati dopo la decisione del presidente Putin di invadere ed attaccare l’Ucraina. In conclusione sta facendo molto discutere il nome di Mohammed Bin Salman che rientra tra quelli degli invitati. Il principe ereditario dell’Arabia Saudita sarebbe stato accusato di aver dato il via libera per l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi.