La leader di Fratelli d’Italia intervistata da Il Giornale: “Sono pronta a governare. Dagli Usa non ci sono pregiudizi”
Ad una settimana dal voto trovi una Giorgia Meloni pronta ad essere la prima donna Presidente del Consiglio del nostro Paese. Se dalle urne uscirà un centrodestra vincente, con Fratelli d’Italia primo partito della coalizione, non ha dubbi. E tutte le sue parole, i suoi ragionamenti puntano a dimostrare l’epilogo dai sondaggi. Non ci sono né ostacoli (se non la prudenza d’obbligo), né riserve: il centrodestra è atlantista e non c’è un pregiudizio di Washington nei suoi confronti; gli “anti-europeisti” sono quelli che vogliono un’Europa di serie A e una di serie B ed è un errore spingere Orbán verso Putin. Ma la cosa che più l’ha colpita di questa campagna elettorale è il tweet in cui Letta tentava di spiegarle cosa significa essere donna o l’ invidia delle donne di sinistra di fronte all’eventualità che una donna di destra arrivi a Palazzo Chigi: “Loro si sono sempre accontentate di qualche strapuntino concesso dal leader uomo di turno“.
Infine non parlatele di governo di “larghe intese” anche nel caso in cui dalle urne non uscisse una maggioranza. Lo boccia senza appello: “Sarebbe esiziale per il Paese“. Insomma, il giudizio più appropriato della Meloni di oggi è quello che ha dato Silvio Berlusconi su TikTok: “Determinata“. Presidente Meloni, l’ultima polemica di questa strana campagna elettorale è stata innescata dal rapporto degli 007 Usa sui presunti finanziamenti di Putin a partiti e uomini politici di 20 Paesi. Al di là della stravaganza che ci sono state accusa e contro accusa senza che fosse stato fatto un nome, mi ha colpito l’ uscita di un ex ambasciatore americano alla Nato che tira in ballo il suo partito, azzardando un ragionamento paradossale: visto che Fratelli d’Italia è cresciuto nei sondaggi può non aver avuto un aiuto da Mosca. A parte l’assurdo, è un avvertimento al governo che verrà a non discostarsi dalla politica tenuta finora sull’Ucraina, le sanzioni e la Russia? O l’attuale amministrazione di Washington ha qualche pregiudizio per i suoi buoni rapporti con Trump? “Guardi, mi lasci dire innanzitutto che in questa campagna elettorale la disinformazione della sinistra ha raggiunto livelli mai visti. I fatti smentiscono sistematicamente le fake news del Pd e dicono che Fdi e il centrodestra sempre votato in Parlamento hanno per sostenere l’Ucraina con ogni mezzo, sanzioni e invio di armi compresi. E che il collocamento occidentale e il rispetto degli impegni assunti nella sede di Alleanza Atlantica sono scritti chiaramente nel programma comune del centrodestra. Sulle parole dell‘ambasciatore Volker non c’è molto altro da aggiungere, se non il fatto che è stato lui stesso a chiarire che Fratelli d’Italia non ha nessun legame con la Russia. Sono altri a dover spiegare il loro posizionamento internazionale. E penso al segretario del Pd Letta, che si è alleato con i nostalgici dell’Urss che hanno votato contro l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato e che firmano nero subito nel loro programma che va interrotto l’invio di armi in Ucraina. Sono convinta che non ci sia alcun pregiudizio dell’attuale amministrazione Usa nei confronti di un possibile governo di centrodestra, e mi pare che il Dipartimento di Stato americano abbia più volte dichiarato che lavorerà con qualsiasi governo. Italia e Stati Uniti sono storiciati ei rapporti tra Roma e Washington prescindono, da sempre, dal colore politico dei rispettivi governi”.
Altra questione che ha animato questa coda di campagna elettorale è l’atteggiamento tenuto da voi e dalla Lega al Parlamento europeo sul caso Orbán. Berlusconi ha avvertito che Forza Italia non farà mai parte di un governo anti-europeista. Ma c’è davvero questo rischio? “No, e devo dirle che mi sono sinceramente stancata di doverlo ribadire in continuazione. Non sono i conservatori europei, che ho l’onore di presiedere, a voler distruggere l’Europa. I veri anti-europeisti sono quelli che, in un momento nel quale siamo sotto attacco e la Ue dovrebbe essere unita e forte che mai, sostenere che ci sia un’Europa di serie A e una di serie B e che stanno di tutto per spingere l’Ungheria nelle braccia di Putin . È un favore al Cremlino spingere Budapest fuori dalla Ue e addirittura dalla Nato. E non siamo i soli a dirlo, ma lo ha ribadito anche il Dipartimento di Stato Usa, che ha stigmatizzato quanto accaduto nel Parlamento europeo. Noi dobbiamo lavorare esattamente nella direzione opposta: avvicinare tra le loro Nazioni europee invece che allontanarle e dividerle, magari usando la questione dello Stato di diritto come c lava ideologica per colpire chi non è considerato allineato. Noi vogliamo un’Europa diversa e capace di recuperare i principi dei padri fondatori: rispetto dei popoli, sussidiarietà e collaborazione sui grandi temi“. I sondaggi accreditano il centrodestra di un vantaggio quasi incolmabile. C’è qualche fattore che potrebbe mettere in discussione questa previsione? Si aspetta qualche colpo di mano come è avvenuto nelle ultime amministrative? “Guai a dare la partita già per vinta. I sondaggi è avanti che il centrodestra, ma l’ultima parola spetta solo e soltanto agli italiani e ciò che conta saranno i veri nelle urne. Anzi, è proprio questo il momento di assicurare il massimo sforzo, perché se si fa passare il messaggio che il risultato è scontato c’è il rischio che poi le persone pensino che andare a votare sia superfluo. La sinistra le proverà tutte, per questo abbiamo davanti giorni decisivi e bisogna fare il massimo. Colgo l’occasione per un appello a tutti gli indecisi: andate a votare, bastano cinque minuti per decidere il futuro dei prossimi cinque anni. Non è vero che tutti i partiti sono uguali e che tanto non cambierà mai nulla. Abbiamo l’occasione di mandare a casa la sinistra che ha governato per dieci anni senza mai aver vinto le elezioni e osare all’Italia un governo forte e coeso di centrodestra. E su questo ogni voto a Fdi è una garanzia“.
In passato ci sono state polemiche nel centrodestra, qualcuno a sinistra soffia ancora sul fuoco delle diversità e delle ambizioni dei diversi leader, lei pensa che si sia raggiunto un punto di equilibrio? “È fisiologico che in campagna elettorale ogni partito si caratterizzi con le proprie battaglie e cerchi di convincere gli elettori a preferirlo ad altri. Ma io unità e la compattezza della coalizione di centrodestra sono dati acquisiti e il programma comune che abbiamo sottoscritto ne è solo l’ultima conferma. A differenza della sinistra noi stiamo insieme per scelta, perché condividiamo la stessa visione del mondo e abbiamo idee e proposte compatibili tra loro. E lo si vede molto bene sul territorio: governiamo insieme 15 Regioni su 20 e migliaia di Comuni». Lei potrebbe essere la prima donna a diventare presidente del Consiglio. Dovrebbero essere contente tutte le donne, ma a sinistra per il solito riflesso ideologico, addirittura hanno a mettere in dubbio la sua sensibilità di donna. Come si sente Giorgia Meloni di fronte a polemiche di questo tipo? “Tra le cose che più mi hanno colpito è stato un tweet di qualche giorno fa di Letta, nel quale il segretario del Pd tentava addirittura di spiegarmi cosa significa essere donna. Abbiamo superato il senso del ridicolo. La verità è che la sinistra e le femministe di casa nostra non tollerano l’idea che una donna di destra possa diventare presidente del Consiglio. E arrivare così dove loro non sono mai riuscite ad arrivare, forse perché si sono sempre accontentate di qualche strapuntino concesso dal leader uomo di turno. A destra, invece, conta il merito e vai avanti solo se vali e hai dimostrato sul campo di cosa sei capace”