Pallavolo mondiale: due “generazioni di fenomeni” a confronto

L’Italia del volley ha riscritto la storia tornando sul tetto del mondo dopo 24 anni dall’impresa della “Generazioni di fenomeni”

Disputando una manifestazione perfetta chiusa senza sconfitte, dopo aver eliminato prima la Francia, campione Olimpica in carica, e poi strapazzando la Polonia campione del Mondo in carica a casa loro, la Nazionale azzurra di pallavolo torna a essere la più forte di tutte, chiudendo un mini ciclo che l’ha vista in 11 mesi vincere prima un Europeo dopo 14 anni e poi il Mondiale dopo 24.

L’Italvolley campione del Mondo 2022 –

Il fallimento del calcio, assente per la seconda edizione consecutiva dalla Coppa del Mondo, ha lasciato spazio finalmente agli altri sport, e gli altri sport hanno deciso di prendersi quella copertina arrivata per caso: Berrettini, Sinner e i nuovi moschettieri del tennis, Jacobs, la 4×100, Tamberi e non solo alle Olimpiadi. I fenomeni del nuoto maschile e femminile che hanno dominato un europeo in casa, come se fossimo gli americani ad un mondiale, Bagnaia nella MotoGp, la rinascita della Ferrari e ora  l’ItalVolley Campione del Mondo. Insomma non si vive di solo calcio.

Impresa leggendaria

L’impresa dell’Italia della pallavolo, allenata da Fefè De Giorgi, capace di tornare sul tetto del mondo, è di per se straordinaria, poi diventa leggendaria quando non sei il favorito in partenza e strada facendo abbatti tutti gli ostacoli che trovi davanti, senza fermarti a guardare mai indietro. E quando arrivi a travolgere nettamente nella finalissima anche i padroni di casa campioni del mondo in carica, trascinati da 13 mila tifosi presenti alla Spodek Arena di Katowice, capisci che hai realizzato qualcosa di enorme. La nuova Italia di De Giorgi in 11 mesi è tornata a vincere l’Europeo dopo 14 anni e il Mondiale dopo 24 e allora non puoi che pensare che sei di fronte ad una nuova “Generazione di Fenomeni”. Dal 1989 al 2000 la Nazionale italiana di pallavolo ha dominato il mondo arrivando a vincere tre Campionati del mondo consecutivi, una Coppa del Mondootto World League (prime tre consecutive), quattro Campionati Europei (due consecutivi), una edizione dei Giochi del Mediterraneo, una edizione dei Goodwill Games, una World Super Four Fivb, una World Super Six Fivb, una Grand Champions Cup Fivb.

Giani, Lucchetta, Bernardi, Tofoli, Cantagalli e Zorzi allenati da quel genio argentino italianizzato di Julio Velasco, che donò loro gli “occhi della tigre” per diventare invincibili, fu il sestetto iniziale che vinse il primo europeo e subito dopo il primo mondiale, cominciando quella storia leggendaria che fece proclamare quella nazionale la Nazionale del secolo per una Generazione di fenomeni, appunto, come li etichettò lo storico telecronista Rai Jacopo Volpi al termine del secondo titolo mondiale vinto, che sembrava irripetibile.

La Generazione di Fenomeni di Julio Velasco

Un’altra Generazione di fenomeni?

Mai come in questo caso, però, il paragone con i ragazzi di De Giorgi è tutt’altro che azzardato, per quanto ci siano differenze e il peso specifico di quella Nazionale del secolo non sarà forse mai replicabile in alcuno sport di squadra, almeno a livello italiano. Ma Anzani, Lavia, Michieletto, Romanò, Balasi e quel fenomeno di Giannelli in cabina di regia, tanto per citare solo i titolari, sono tutti nati tra il 1995  e il 2001 (a parte la chioccia Anzani del 1992) con un futuro tutto da esplorare.

Un mix di gioventùtalento diffuso e sana irriverenza sportiva ha permesso a questi giovani Azzurri di centrare un risultato storico, per certi aspetti incredibile, condotti per mano dalla sapienza tattica di Fefè De Giorgi in panchina, uno che ha fatto parte della prima Generazioni di Fenomeni. Nel 1989, tutto cominciò dopo l’oro europeo e uno mondiale, oggi bisogna restare con i piedi per terra, ma tra due anni c’è Parigi 2024 e quell’Olimpiade, nemesi assoluta anche per i fenomeni degli anni 90, e allora chissà mai che questi ragazzi siano in grado addirittura di fare meglio? A quel punto le Generazioni di fenomeni sarebbero senza dubbio due!

Gestione cookie