Il leader di Italia Viva, alleato con Azione di Calenda, torna all’assalto del segretario del Pd e non gli risparmia critiche
Vizio o qualità che sia, Matteo Renzi è nato polemista. Se poi ti presenti da solo magari sperando in un terzo polo diventa anche un motivo di sopravvivenza. E, come al solito, l’ex premier non ha inibizioni, né limiti specie se parla del segretario del Pd, Enrico Letta: ha sbagliato tutto, addirittura per i suoi errori lo considera “un infiltrato della Meloni“. Presidente Renzi, voi del Terzo Polo vi siete presentati alle elezioni con l’obiettivo di mantenere Mario Draghi a Palazzo Chigi a capo di un altro governo di unità nazionale. Ora, però, Draghi si è detto pubblicamente indisponibile. E pure gli altri partiti, dalla Meloni a Letta, rifiutano le larghe intese. Siete disarmati? “Cosa avrebbe dovuto rispondere Mario Draghi? La Costituzione non prevede che la disponibilità a guidare il Paese sia data a un giornalista ma al presidente della Repubblica. Anche a gennaio 2021 la maggioranza dei commentatori diceva che Draghi non era disponibile, Travaglio in tv fece una delle sue celebri profezie. Il Pd diceva che per loro l’unico nome possibile era quello di Giuseppe Conte. Orlando disse che nemmeno con Superman a Palazzo Chigi sarebbe stato in un governo con la Lega e dopo una settimana era a giurare come ministro. Tutti erano contrari a parole all’unità nazionale. Invece, siamo riusciti a portare Draghi e a costruire le larghe intese“.
La prima parte della campagna elettorale si è svolta, grazie al Pd, all’insegna di un ritorno al fascismo, mi faccia sorridere, e di una nuova marcia su Roma. Ora, invece, è una settimana che si discute di un rapporto degli 007 Usa su finanziamenti russi a partiti politici di venti Paesi. Tante polemiche fino a quando Washington ha fatto sapere che l’Italia non è in quel dossier Le pare giusto? “Un pezzo di sinistra ha la brutta abitudine di pensare che le elezioni si vincano evocando la paura. Questo clima mi fa pensare a quando il mio avversario era Berlusconi, allora lo dissi chiaramente: io voglio sconfiggerlo alle urne, non demonizzarlo. Io sono stato vittima delle fake news e della disinformazione russa. Se ci sono le prove sui finanziamenti si tirino fuori, altrimenti è solo fango e si rischia di rafforzare non solo l’avversario, ma anche la propaganda russa. Sulla vicenda dei soldati russi a Bergamo durante il governo Conte pure va fatta chiarezza. Abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta sul Covid. Nessuno tranne noi l’ha votata. Come mai?“.
“Conte istiga alla violenza, mandarlo a casa è stato un alto servizio reso al paese”
Ormai tutti pensano che il centrodestra sarà vincente. Merito loro o demerito della sinistra? “Letta è il migliore alleato della Meloni: ha aperto la campagna elettorale chiedendo di aumentare le tasse, per dirne una. Si è alleato con Fratoianni e Bonelli che sono contro la proprietà privata, i rigassificatori, le infrastrutture. Fra poco proporranno di sequestrare tutte le automobili perché inquinano. Fanno la battaglia per l’abolizione dei jet privati mascherando la lotta di classe con l’ambientalismo, ma l’ambiente si difende con il nucleare pulito, non con i no a tutto. Ho provato a portare il Pd a parlare al centro, ma evidentemente puoi togliere la sinistra radicale dal Pd, ma non l’amore di un certo Pd per la sinistra radicale».
C’è chi scommette che all’indomani del voto Letta non sarà più segretario del Pd. Qual è l’errore più grave che ha commesso? “Ha sbagliato tutto. Ha sbagliato alleanze, ha sbagliato coalizione, ha sbagliato sul Jobs Act. Si è preso in carica Di Maio e Fratoianni e ha lasciato fuori noi: la certezza matematica di perdere collegi. Ormai l’unica spiegazione possibile è che Letta sia un agente infiltrato della Meloni, altrimenti non si spiega”. Su Giuseppe Conte poche parole anche per quello che è successo con la diatriba pesante tra i due. “Non ci sono tante cose da dire, quanto ha detto Conte l’altro giorno, è istigare alla violenza, mandarlo a casa quando era presidente del Consiglio è stato un alto servizio che ho reso al mio paese”.