La Franciacorta è l’epicentro della mega truffa al fisco. Le fatture e gli spalloni: trovati i primi dieci milioni ma il malloppo è molto più consistente
Di solito si diceva (e si usava tanto) di mettere i soldi sotto il materasso perché era “il sistema” più sicuro rispetto a metterli in banca. Almeno nessuno sapeva, così si diceva (e si faceva). Nell’era moderna, almeno nella visione di una coppia di Gussago, nella zona della Franciacorta, lì dove nascono gli spumanti italiani, i soldi per metterli al sicuro e nasconderli a tutti, si mettono in giardino. Lì, davanti a tutti, a cielo aperto, ma naturalmente nessuno sapeva che sotto il terreno c’era un tesoro. Un immenso tesoro che, si dice, possa essere perfino superiore a 50 milioni di euro. Per ora ne sono stati trovati una quindicina, milione più, milione meno, ma c’è chi è ponto a giurare che potrebbero essere molti di più.
Appena trovati soldi grazie all’aiuto dei cani anti-valuta della Guardia di Finanza, hanno chiesto spiegazioni a Giuliano Rossi e la moglie Silvia Fornari. Già perché non sembrano finire più i soldi nascosti dalla coppia di Gussago, in provincia di Brescia. La Guardia di Finanza di Brescia e i Carabinieri del comando provinciale hanno messo sotto sequestro ulteriori tre milioni e mezzo di euro: la somma totale fino ad oggi sequestrata alla coppia di Gussago ammonta a 15 milioni di euro circa.
Ora sono tutti a caccia del tesoro
Marito e moglie ora si trovano in carcere con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere in grado di emettere fatture false per oltre 500 milioni di euro ed evadere il fisco per 93 milioni di euro. L’operazione della Guardia di Finanza nei giorni scorsi ha portato all’arresto di 22 persone, in tutto sono 77 quelle scritte sul registro degli indagati. L’indagine aveva portato a scoprire in un primo momento otto milioni trovati sepolti nel terriccio del giardino e il milione e 600mila euro recuperati nel sottotetto dell’abitazione dei coniugi, una villetta a Gussago. I soldi erano stati trovati in un contenitore di cemento e divisi in buste di plastica: a scoprire tutto sono stati i cani antivaluta. “Faremo trovare altri soldi“, aveva dichiarato la coppia poco dopo l’arresto. E così è stato: giorno dopo giorno sono stati trovati altri contanti. Tutti ben nascosti. Gli ultimi, un blocco di ulteriori tre milioni e mezzo di euro.
Per ingrandire la vicenda bisogna partire da una strada che piega dopo un’infilata di tornanti: al civico 3 di via Franciacorta sorge quella che è, di fatto, l’ultima abitazione di Brione. Poi inizia Ome e, sotto, la valle del Fùs. Casa Rossini: telecamere, silenzio, i sigilli della Procura. Terra arata e rovesciata, arbusti strappati, vasi, secchi: tutto per aria dopo che i dog cash hanno annusato il bottino portato in superficie dalle ruspe. Gli occhi elettronici, Rossini e consorte, li avevano piazzati sui quattro lati della villetta. “Questo è un paese tranquillissimo, zero criminalità, niente furti, noi teniamo il cancello aperto”, dice la vicina. La descrive così, lei, la coppia del cash. “Schivi, riservatissimi. Mai visti movimenti sospetti, arrivi, macchine, gente strana. Due dall’aspetto e dalle abitudini semplicissime. Però certo tutte quelle telecamere un po’, adesso, fanno pensare“.