Il club bianconero è alle prese con una crisi tecnica profonda, sta pensando di virare e puntare su manager che scoprono talenti
C’è un film, uscito una decina di anni fa, che si chiama “L’arte di vincere“, dove c’è un general manager di una squadra di baseball, interpretato da Brad Pitt, che, in sostanza, deve fare di necessità virtù: pochi soldi, insomma, ma tante idee. E con l’obiettivo di vincere o almeno andarci vicino. Non facile. Un film che ha avuto successo, ma che racconta la storia vera di un dirigente che è riuscito a costruire una squadra competitiva che sfiora perfino l’impresa, con il lavoro, la ricerca e lo scouting, abbandonando completamente l’intenzione di effettuare spese folli per acquistare i campioni. “I fuoriclasse me li faccio io, me li vado a prendere quando nessuno li conosce”, diceva il protagonista della storia di baseball.
E’ un racconto di una cosa che è successo per davvero, qualcuno ogni tanto ci riesce nel nostro calcio in Italia, come l‘Atalanta e la Lazio in questi ultimi anni, ma adesso questa filosofia sta prendendo piede alla Juventus. Si, avete capito bene, la grande Juventus della potente e ricca famiglia Agnelli sta seriamente pensando di stravolgere il proprio metodo sul mercato. I soldi spesi in questo ultimo anno e mezzo sono quasi 200 milioni per avere in mano nulla, nessun titolo e tanta amarezza, con il rischio, la passata stagione, di finire fuori dalla zona Champions.
Serve uno scopritore di talenti: alcuni in ballo tra cui Petrachi e Tare
L’ingaggio di Arrivabene (spostato più che altro dalla Ferrari per non fare più danni) non ha cambiato le cose anzi da quando sono andati via Marotta prima e Paratici poi, alla Juve non si è vinto granché. Tutt’altro. In più si sono spesi tanti soldi per giocatori che non hanno reso come si pensasse, mentre invece altre squadre, soprattutto in questo avvio di stagione, hanno investito molto meno di quello che ha fatto la Juve e hanno non solo più punti in classifica, ma danno anche la sensazione di essere nettamente più forti e brillanti come il Napoli, la stessa Atalanta, l’Udinese e, seppur un po’ dietro a queste, anche la stessa Lazio.
Sul taccuino dei proprietari della Juve, famiglie Elkann e Agnelli, ci sono diverse posizioni, con qualcuno di questi che sarebbe stato perfino sondato dai diretti interessati. Tra questi c’è Gianluca Petrachi che con Torino e Roma ha ottenuto risultati importanti per quanto riguarda i soldi spesi per gli acquisti e poi incassati. Nella Juventus, ad esempio, c’è Bremer arrivato quest’anno in bianconero dal Torino per 41 milioni di euro, ma l’aveva preso Petrachi nel 2018 a poco meno di 5 milioni. Un bel biglietto da visita, non c’è dubbio. Ma non è l’unica figura presa in considerazione. C’è l’attuale direttore sportivo della Lazio Igli Tare che Agnelli stima tantissimo. Quando andò via Paratici, a Torino sostengono che Andrea tentò una sortita con Tare, ma non ebbe successo. Ora ci può riprovare. “Prendere calciatori come Milinkovic, Immobile e Luis Alberto e non arrivare a spendere 30 milioni complessivi, è roba notevole, che impressiona”, disse proprio Andrea Agnelli qualche giorno prima della finale di Supercoppa a Riad. Parole che vennero pronunciate tre anni fa circa e sembrano tanto attuali, soprattutto per quello che ha in mente di fare la Juventus del futuro…