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Chelsea, altro terremoto nel club: licenziato il direttore commerciale

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Daniele Rocca

Dopo il passaggio di proprietà della società da Abramovich e l’esonero di Tuchel, il club londinese è ancora al centro delle polemiche.

È un periodo di cambiamenti nella parte blu di Londra. Il Chelsea sta cambiando pelle e negli ultimi mesi sono accadute tante cose a Stamford Bridge. Prima l’addio di Roman Abramovich e il passaggio di proprietà a Todd Boehly. Poi l’esonero di Thomas Tuchel, traumatico e inaspettato e l’approdo sulla panchina dei Blues di Graham Potter che tanto bene ha fatto con il Brighton e al posto del quale è appena stato ingaggiato Roberto De Zerbi. C’è poi stato di mezzo il mercato, ovviamente, che aveva ristrutturato la rosa con gli addii di Rudiger, Emerson, Alonso, Christensen, Lukaku e Werner, ma soprattutto con i 271 milioni spesi da Boehly per far arrivare giocatori come Koulibaly, Fofana, Aubameyang, Cucurella, Sterling e tanti altri.

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Ma la ristrutturazione del Chelsea, a volte, può anche essere forzata da eventi incresciosi, lo testimonia il caso del direttore commerciale Damian Willoughby che è stato licenziato con effetto immediato dal club. Il motivo è scabroso: ai vertici societari, infatti, sono giunte prove del fatto che Willoughby ha inviato “messaggi inappropriati” all’agente finanziario Catalina Kim che stava lavorando con il Chelsea per stipulare un progetto d’investimento da diversi milioni di sterline. La questione etica, insomma, s’intreccia con quella economica e la dirigenza del Chelsea non ci ha pensato due volte nel dare il benservito al direttore commerciale.

La vicenda è stata riportata dal Daily Telegraph che riferisce come Willoughby abbia cominciato a lavorare per il Chelsea all’inizio di agosto del 2022, subito dopo l’insediamento della nuova proprietà guidata da Todd Boehly e Clearlake Capital. La società londinese ha fatto sapere che “Sebbene i messaggi siano stati inviati prima del suo impiego nel club, tale comportamento è assolutamente contrario all’ambiente di lavoro e alla cultura aziendale stabiliti dalla nuova proprietà del club”. Un ambiente improntato a logiche di rispetto.

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