I dubbi sono tanti: i termini per richiedere di votare da casa sono scaduti. Cosa accadrà a chi si ammala di Covid fra oggi e il 25?
Da oggi gli elettori positivi che vogliono esercitare un diritto non possono più farlo. Sono infatti scaduti i termini di una macchina burocratica che si muove lenta e che da oggi non permetterà più a chi fa richiesta del voto a domicilio di esprimere la propria preferenza.
L’iter infatti è molto lungo, ha chiari intoppi, difficoltà anche abbastanza nette. In sostanza era necessario presentare una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto da casa, con indirizzo, con la firma di un funzionario Asl incaricato, ma presentando il tutto solo dai 10 giorni ai 5 giorni prima del turno elettorale. Bisognava inoltre chiarire i motivi dell’isolamento, confermati dal funzionario Asl, per poi tentare di venir fuori dal labirinto ed incassare la possibilità di votare. C’è però un dubbio abbastanza pesante, e riguarda chi sfortunatamente si ammalerà di Covid in questi giorni che precedono il turno elettorale. Per loro, cosa sarà fatto? Ecco la risposta.
Partiamo da un dato certo. Spulciando i dati forniti dalla Fondazione Gimbe, le stime parlano di poco più di 420mila italiani positivi al Covid al 16 settembre. La speranza, che sembra ridotta al lumicino, è che tutti questi elettori abbiano superato il contorto iter burocratico per incassare la possibilità di ricevere la scheda a domicilio per esercitare il sacrosanto diritto al voto. Complicato verrebbe da dire, ma c’è un aspetto ancora più delicato.
L’iter per richiedere al possibilità di ricevere la scheda a domicilio si è concluso, per cui chi si ammalerà fra oggi e domenica, non sembra avere la possibilità o il tempo, almeno stando alle indicazioni fornite, di accedere al voto a domicilio. Una roba inspiegabile verrebbe da dire, perché cancellerebbe automaticamente il diritto al voto, o peggio ancora potrebbe indurre le persone a non autodenunciarsi per recarsi alle urne.
Tutto ciò mentre il mondo si avvia con tanto di appelli a vivere una fase in cui la pandemia sembra meno dura da gestire, con annunci che ribadiscono di non abbassare la guardia ma di vivere con meno ansia un periodo in cui “non siamo mai stati vicini alla fine”. La domanda quindi viene spontanea. Non si poteva fare diversamente? Non sarebbe stato più semplice gestire i seggi per far votare anche chi ha il Covid? I dubbi resteranno tali, ma intanto molti italiani resteranno (ancora) a casa. Con il Covid e senza scheda per votare.