Il destino del numero uno dei Dem sembra segnato anche perché dentro il partito crescono i malumori di alcuni parlamentari
A Largo del Nazareno è partito il countdown. Dal 26 settembre inizierà la resa dei conti nei confronti di Enrico Letta, un segretario sempre più inviso sia dentro sia fuori dal “Palazzo”. È in atto una sorta di boicottaggio interno. Un nutrito gruppo di parlamentari, in gran segreto, spera in un fallimento del Pd per disfarsi di Letta. Il malcontento è alto soprattutto tra coloro che non sono stati ricandidati e coloro che sono in posizione non eleggibile. “Non sono arrabbiatissimi. Lo vogliono vedere morto”, dicono a ilGiornale.it, ricordando che il segretario del Pd ha candidato dei ragazzini, lasciando a casa parlamentari “che si sono fatti il mazzo per cinque anni…”.
Alcuni sarebbero addirittura pronti a non votare Pd. Uno di loro, rigorosamente a microfoni spenti, ammette: “Questo Pd è invotabile. Almeno finché c’è Letta…”. Il suo errore, ci spiegano, è stato quello di ridurre al minimo la presenza della minoranza interna dicendo “Voi valete il 3%”. “Ma come fa a sostenerlo se non c’è stato nessun Congresso che lo certifichi?”, si chiedono dentro il partito.
“Letta si boicotta dal solo”
Uno dei parlamentari esclusi dalle liste precisa: “In realtà. Letta si sta boicottando da solo, non c’è un’azione organizzata. C’è solo una campagna elettorale tutta sbagliata”. Focalizzarsi troppo sul ‘pericolo fascista’ non ha avuto i risultati sperati visto che gli ultimi sondaggi evidenziano un calo del Pd. La nuova puntata del ‘Russia-gate‘ si è sgonfiata come una bolla di sapone. Gli appelli al voto utile sono caduti nel vuoto visto e considerato che, stando agli ultimi sondaggi pubblici, il Terzo Polo è dato oltre al 7% e il M5S addirittura attorno al 12-15%. Ed è per questo motivo che Letta, ora, sta puntando tutto sul “40-45%” di elettori indecisi.
In questo contesto, gli attriti dentro il Pd aumentano giorno dopo giorno. Letta e Vincenzo De Luca quasi non si parlano. “Il governatore non sta facendo campagna elettorale per il Pd, solo per il figlio”, confermano i ben informati. Dario Franceschini, invece, è molto più freddo e silente. Sta già pensando a come riposizionarsi e a proteggere gli uomini della sua corrente. Gli ex renziani si schiereranno con Stefano Bonaccini, mentre gli zingarettiani faranno fronte comune con gli orlandiani.