Damilano ospita l’assurda arringa senza contraddittorio del filosofo francese Levy: “Lega corrotta, Italia verso il fascismo. Non sempre gli elettori vanno rispettati”
Notizia numero uno: se qualcuno cercava la motivazione per la proposta Salvini di abolizione del canone Rai la può trovare nella figura di Marco Damilano, fazioso conduttore di una nuova trasmissione contro il centrodestra, scrive Libero. Notizia numero due: a pochi spicci dalla conclusione della campagna elettorale, la Rai ci offre la requisitoria di un filosofo francese piuttosto estremista della gauche caviar, la sinistra al caviale francese, come ci ha ricordato ieri mattina Andrea Delmastro, deputato e dirigente di Fdi. Notizia numero tre: ovviamente, a viale Mazzini, dove Damilano ha persino gli studi di trasmissione, unico nell’azienda, nessuno lo metterà in discussione. Certo, Bernard-Henri Levy, che nel suo curriculum vanta persino la strenua difesa di Cesare Battisti, terrorista assassino, non poteva perdere la ghiotta occasione su RaiTre. Ma il programma di Damilano, nato per far rete contro il Tg2 di Gennaro Sangiuliano, si è invece prodotto in uno spettacolare autogol alla Niccolai, invitando un signore che se l’è presa col centrodestra, la democrazia, il popolo italiano.
Domenica prossima il centrodestra torna al governo dell’Italia e lui maledice gli italiani che lo votano. Il servizio pubblico in Italia è diventato questo. “Da alcune affermazioni ho preso le distanze in diretta, altre non le condivido“. L’ospite era lo storico Giovanni Orsina: “Non c’è nessun allarme fascismo in Italia” ha detto ieri Orsina, “è ridicolo parlarne. Questa campagna segnerà la fine dell’antifascismo, è stato un tema importante ma se n’è abusato“. L’unica fortuna è che pare, dicono, giurano Bernard-Henri Levy non sarebbe stato pagato per la trasmissione. E ci mancherebbe pure.
Il filosofo francese attacca e nessuna replica
Ci mancava solo che citasse i finanziamenti finti della Russia alla Lega, che pena per la Rai. E pure per Berlusconi, che ha definito Putin “un umanista, un uomo di grandi qualità morali“, beccandosi da Bernard-Henri Levy l’espressione “una vergogna“. Solo propaganda, senza peritarsi di ascoltare il pensiero altrui. Ancora: «Oggi c’è una tentazione fascista in Europa e nei prossimi giorni in Italia“.
Nel gioco delle parti è arrivata la risposta di possente di Bernard-Henri Levy: “Non sempre sono scelte rispettabili”. Per lui “un fascista non si converte alla democrazia” e quindi domenica prossima l’Italia sarebbe rovinata… Comico quel “mi permetta di dissentire” pronunciato da Damilano, che cominciava a capire in che bufera si stava cacciando. Ma quel personaggio lo ha invitato lui, sapeva di chi si tratta, ma pur di attaccare oltre ogni misura il centrodestra non ci si ferma affatto, alla Rai. E qui sta il tema sollevato da Salvini.