Fra le note dolenti arriva un durissimo comunicato da parte dei tifosi che puntano il dito anche contro un calciatore: alla Juve è caos totale.
Tutti contro tutti. Accade spesso nel calcio, soprattutto quando ad andare in crisi sono squadre costruite per vincere. Alla Juventus è quindi caos totale.
I tifosi puntano il dito contro Allegri che tace e fa capire che immaginava una squadra diversa. Arrivabene intanto lo difende ma con una battuta in mezzo ai tifosi agita le acque, mentre Agnelli tace, i giocatori un po’ meno, e in campo iniziano a mostrare qualche mal di pancia rispetto alle scelte dell’allenatore. Sembra tutto un grande caos, in cui le soluzioni sostanzialmente sono solo due. La prima è resettare tutto, rispedire a casa Allegri, ma per farlo, con un contratto di 3 anni, i tanti infortuni di calciatori che non gli hanno mai permesso di schierare la squadra al completo, e una stagione iniziata che potrebbe diventare ancora più dura, è un rischio che la società calcola.
L’alternativa sarebbe una sola. Provare a ricomporre i pezzi, valutare quali sono gli aspetti che stanno condizionando negativamente i bianconeri, e magari intanto provare a recuperare i calciatori infortunati e sperare che da qui a gennaio qualcosa possa cambiare per poi tentare di recuperare tutto svuotando l’infermeria. C’è un dato però che sembra chiaro in questa fase. I silenzi, le voci di presunte liti, di scontenti, e di probabili ribaltoni in panchina, non fanno il bene della Juve, che sul campo è il riflesso del caos che produce ogni giorno notizie e attacchi duri. L’ultimo arriva direttamente dai tifosi, e mette al centro della vicenda un calciatore in particolare.
“Bonucci non è mai stato un leader e mai lo sarà”. Questa la frase che colpisce di più nel lungo comunicato degli ultras della Juve firmato “Viking Drughi e Nord-Este“. La nota sancisce la spaccatura, e chiarisce che l’atteggiamento da parte di alcuni calciatori, che portano i compagni con la testa bassa sotto la curva dopo le sconfitte, non è da Juve, e di certo non aiuta a costruire una squadra vincente e con un carattere forte e in grado di reagire.
“Stiamo assistendo a scene che non comprendiamo e fanno sorridere, o meglio scene ridicole ideate da chi si erge a leader ma si comporta da vittima sacrificale. Bonucci non è mai stato un leader e mai lo sarà”. Si legge questo nel comunicato che poi chiarisce anche altri aspetti.
“Se esistono scale gerarchiche un motivo ci sarà: un bravo soldato non è detto che sia un bravo condottiero. Portare dei giocatori professionisti come vittime sacrificali a guardare la curva mentre li fischiano e insultano e legittimando la contestazione ad un mese dall’inizio della stagione è semplicemente assurdo. Il risultato non può che essere la formazione di un gruppo debole e carico di negatività e vittimismo”. Questi alcuni passaggi, e poi le conclusioni, con cui i tifosi invitano i calciatori a non prendersi le colpe di dirigenti e presidente, e che qualunque contestazione sarebbe stata chiarita faccia a faccia alla Continassa. Bonucci incassa, dirigenti e presidente pure, ma nella nota è chiarito che dopo un mese non ci saranno contestazioni. “Sempre e solo per amore della maglia”, concludono, ma qualcosa sembra essersi rotto fra il difensore e una tifoseria che spesso ha puntato il dito contro il centrale.